Il Commissario Ricciardi non è più solo: la nuova fiction Rai è la degna erede

Il Commissario Ricciardi e quella nuova fiction che gli somiglia più di quanto pensi.

Non succede spesso che due fiction, pur raccontando storie diversissime, sembrino parlare la stessa lingua. Ma è proprio quello che accade con Il Commissario Ricciardi e Una finestra vista lago, entrambe in onda su Rai 1. E no, non si tratta solo di un caso di belle fiction in costume. C’è qualcosa di più profondo che le unisce: un’estetica condivisa, un’atmosfera che resta addosso anche dopo i titoli di coda. L’ambientazione storica è la prima similitudine che colpisce. Una finestra vista lago ci porta negli anni Venti, in un borgo sospeso nel tempo sulle sponde del Lago d’Orta. La vita di provincia, le ville eleganti, le acque immobili che riflettono segreti e silenzi. Ogni dettaglio parla di un’epoca lontana, eppure vicina.

Il Commissario Ricciardi, invece, ci trascina nella Napoli degli anni Trenta, sotto l’ombra cupa del regime fascista. Una città febbrile, teatrale, dove i vicoli raccontano molto più delle parole. Anche qui, la ricostruzione d’epoca non è semplice scenografia: è un modo per far respirare al pubblico un passato che ha ancora voce. Un altro elemento che accomuna le due fiction è l’uso del paesaggio. Nella Finestra vista lago, il Lago d’Orta è un vero protagonista. I suoi riflessi, la nebbia del mattino, i tramonti sulle acque: tutto concorre a creare un mondo poetico e sospeso. Lo stesso vale per la Napoli di Ricciardi. Non è solo una città: è una presenza viva, dolente, che osserva i drammi umani senza mai intervenire. Le piazze, i vicoli, i palazzi decadenti raccontano la storia come se fossero testimoni muti ma intensi.

Fotografia che emoziona, regia che sussurra: la nuova fiction di Rai 1 ha le stesse atmosfere de Il Commissario Ricciardi

A legare ulteriormente le due serie c’è la regia. Marco Pontecorvo, alla guida di Una finestra vista lago, sceglie una fotografia delicata, fatta di luci soffuse e toni caldi. Ogni scena sembra un dipinto impressionista, dove tutto è curato, ma mai esagerato. Anche Il Commissario Ricciardi gioca su registri simili: colori desaturati, ombre dense, contrasti netti tra luce e buio. Una scelta visiva che amplifica l’inquietudine del protagonista, il suo tormento silenzioso. In entrambe le fiction, l’immagine non accompagna solo la storia: la racconta. Forse è proprio questo il punto più forte di contatto tra le due serie: l’attenzione ai sentimenti.

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Una delle rima immagini dal set de Una finestra vista lago Fonte: Rai

Una finestra vista lago mette al centro i legami, i tradimenti, le attese. Le emozioni scorrono lente, si insinuano nei dettagli, si rivelano nei silenzi. Ne Il Commissario Ricciardi, le emozioni sono più cupe, ma non meno intense. L’ascolto delle ultime parole dei defunti diventa un viaggio nella sofferenza, nella memoria, nella solitudine. Due modi diversi per raccontare l’animo umano, ma entrambi profondamente autentici. E ora la domanda che resta sospesa: Rai 1 sta forse tracciando una nuova linea estetica nelle sue fiction in costume? Una linea fatta di immagini che parlano, paesaggi che raccontano, emozioni che non gridano ma lasciano il segno.

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