Carbonara shock a Cucine da Incubo: Cannavacciuolo perde le staffe davanti a un piatto senza senso.
Antonino Cannavacciuolo ne ha viste tante a Cucine da incubo, ma questa volta lo shock è stato totale. L’episodio in questione si svolge al ristorante San Nicola, un locale in seria difficoltà dove lo chef stellato si trova a fronteggiare una delle “carbonare” più assurde della storia della tv italiana. Spoiler: non c’era nulla che ricordasse la carbonara. La prima perplessità arriva già sfogliando il menù. Due versioni della carbonara. Due. Una “originale” e una “rivisitata per accontentare i turisti”. La seconda? Un mix sconcertante: panna, burro, brandy e attenzione: prezzemolo. Una lista ingredienti che ha fatto impallidire Cannavacciuolo prima ancora di assaggiare il piatto.

E quando arriva il piatto a tavola, la delusione è servita. Altro che guanciale croccante, pecorino e uova: davanti allo chef c’è un agglomerato di spaghetti precotti, conditi con una salsa biancastra che definire “carbonara” è un oltraggio alla cucina italiana. Il colpo di grazia? Spaghetti precotti, burro e brandy.
Cucine da Incubo: la ricetta della carbonara più brutta per Cannavacciuolo
In cucina, la situazione è ancora peggiore. La pasta viene preparata con: spaghetti già cotti e conservati, burro al posto dell’olio, prezzemolo per profumare, brandy sfumato per dare un tocco chic e parmigiano, perché forse il pecorino è troppo forte per i clienti, o meno reperibile. Risultato? Una miscela dal sapore indefinibile, lontanissima da qualsiasi tradizione romana. Cannavacciuolo rimane in silenzio, annusa senza neanche assaggiare, si massaggia il viso con le mani, poi sbotta. La reazione è quella che ci si aspetta da chi porta l’amore per la cucina nel cuore. “Chiamami subito lo chef”, tuona Cannavacciuolo. E dopo aver lasciato il piatto praticamente intatto, attende per capire chi e perché ha deciso di trasformare uno dei simboli gastronomici italiani in una parodia senza senso.
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Con la sua consueta energia, lo chef prende in mano la situazione. Raduna la brigata, mostra la vera ricetta della carbonara con guanciale rosolato, uova, pecorino e pepe e lancia un messaggio chiarissimo: accontentare il cliente non significa distruggere la tradizione. L’episodio del ristorante in questione è diventato virale in poche ore. Sui social, la foto del piatto incriminato ha fatto il giro d’Italia, tra commenti indignati e meme ironici. In molti si sono chiesti: come si può pensare che burro, panna e brandy rendano un piatto più appetibile? In realtà, questa storia racconta molto di più: la paura di non piacere, la tentazione di semplificare, il desiderio di “aggiustare” la tradizione. Ma in cucina, come nella vita, le scorciatoie non pagano. E quando c’è di mezzo la carbonara, l’Italia non perdona.
