Stasera in tv, venerdì 18 aprile 2025, alle 21:16 su Iris (canale 22 del digitale terrestre), torna un film che gela l’anima e colpisce al cuore. Si tratta di Firefox – Volpe di fuoco, diretto e interpretato da Clint Eastwood. Un dramma cupo, solitario, ambientato nel gelo della Guerra Fredda. Un film che, tra inseguimenti e silenzi, racconta la fragilità umana sotto la corazza di un eroe.
Firefox – Volpe di fuoco è un thriller spionistico del 1982, basato sul romanzo di Craig Thomas. La regia asciutta di Eastwood si fonde con una sceneggiatura tesa e claustrofobica. Il protagonista è Mitchell Gant, ex pilota della guerra del Vietnam. Un uomo segnato dal disturbo post-traumatico, chiamato dalla CIA per una missione impossibile: rubare un aereo segreto all’Unione Sovietica.
Il caccia in questione è il MiG-31 Firefox, un velivolo futuristico che si pilota con il pensiero, ma solo in lingua russa. Gant è l’unico a poterlo fare: è un esperto pilota e parla russo fluentemente. Il prezzo da pagare, però, è alto. Per riuscirci, deve attraversare un mondo di ombre, bugie, pericoli. Deve affrontare se stesso prima ancora che il nemico.
Nel cast troviamo attori noti e volti intensi: Freddie Jones (Kenneth Aubrey), David Huffman (capitano Buckholz), Warren Clarke (Pavel Upenskoy), Ronald Lacey (dottor Smelousky), Klaus Löwitsch (generale Vladimirov), Kenneth Colley (colonnello Kontarsky), Nigel Hawthorne (Baranovich), Dimitra Arliss (Natalia) e Kai Wulff nel ruolo del glaciale colonnello Voskov.
Pur non avendo vinto Oscar o premi ai grandi festival, il film fu un successo commerciale. Negli Stati Uniti incassò oltre 46 milioni di dollari contro un budget di 21 milioni. Ma la vera forza di questo film non è nei numeri. È nell’atmosfera. Nel modo in cui la solitudine diventa protagonista. Nella regia silenziosa e misurata di Eastwood. Nelle musiche tese. Negli effetti speciali firmati da John Dykstra. Un film di azione? Forse. Ma soprattutto un dramma interiore. Una lotta contro se stessi. Un viaggio nella notte più fredda del mondo.
Chi ama il cinema degli anni ’80, fatto di eroi malinconici e tecnologia immaginata, troverà in Firefox un piccolo tesoro. La missione di Gant è un’odissea personale. Non c’è gloria, solo silenzi, gelo e la paura costante di fallire. Ogni passo è un rischio, ogni volto può tradire, ogni ricordo può riemergere.
Il film si colloca idealmente accanto a pellicole come La casa Russia o Caccia a Ottobre Rosso, con cui condivide il gusto per la tensione, le spie, la sfida tra intelligence. Ma qui il protagonista è solo. Non ha alleati. Ha solo la propria mente, il proprio trauma, e un aereo da rubare. È un dramma travestito da thriller.
Clint Eastwood, per calarsi nel ruolo, studiò davvero russo, usando materiali dell’esercito americano. Questo dettaglio dice tutto: dedizione, rigore, silenzio. Tre parole che definiscono anche lo stile del film.
Curiosità: originariamente la produzione voleva usare un caccia svedese per girare le scene, ma la Svezia negò l’autorizzazione. Così nacque il design del Firefox, diventato iconico tra gli appassionati di aviazione cinematografica. Dopo l’uscita nelle sale, Eastwood tagliò 13 minuti al montaggio. Ma nelle edizioni home video e in tv, come quella di stasera, ritroviamo la versione integrale.
Perché guardarlo? Perché è un film che unisce azione, introspezione, coraggio e solitudine. Eastwood riesce, con poche battute e molti sguardi, a raccontare un’intera guerra interiore. Perché in un’epoca fatta di effetti digitali e eroi chiassosi, Firefox ci ricorda che il vero rumore lo fa il silenzio. E che i veri mostri, spesso, sono dentro di noi.
Stasera in tv (se non vuoi vedere un capolavoro del cinema d’autore francese), su Iris, lasciati catturare da una storia diversa. Un dramma mascherato da spionaggio. Un film che non ti urla addosso, ma ti resta addosso. E ti congela dentro, scena dopo scena.
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