Influencer mangia da Carlo Cracco a Milano: esperienza stellata, ma il conto lascia l’amaro.
Un ristorante stellato, un influencer da milioni di visualizzazioni e un piatto iconico che divide. Francesco Zini, tra i più seguiti sui social, dopo Lucio Corsi, ha fatto tappa al celebre ristorante di Carlo Cracco, nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Un’esperienza gastronomica tra lusso, creatività e qualche perplessità. Zini, come da suo stile diretto e pungente, ha raccontato ogni passaggio del suo pranzo stellato: dall’aperitivo di benvenuto fino alla piccola pasticceria a tema Carnevale. Un percorso di sapori e consistenze studiato nei minimi dettagli, servito in un ambiente elegante, curato, con un servizio all’altezza delle aspettative. Ma, a quanto pare, non tutto è stato all’altezza del prezzo.
Tra i piatti assaggiati, Zini ha definito l’insalata russa caramellata come “uno dei migliori piatti mai mangiati”, una vera sorpresa tra dolcezza e acidità, croccantezza e cremosità. Ha poi apprezzato il lievitato caldo servito per fare scarpetta in un fondo vegetale delicatissimo, e ha trovato interessante il tuorlo d’uovo marinato con verdure di contorno, un’ode alla tecnica e all’equilibrio. Ma proprio quando si è arrivati al celebre riso di Cracco, la narrazione ha preso una piega diversa.
Il risotto allo zafferano di Carlo Cracco è da sempre considerato una delle punte di diamante della sua cucina. Un piatto che rappresenta Milano, reinterpretato con tecnica, materia prima d’eccellenza e una presentazione impeccabile. Il riso viene preparato con Carnaroli selezionato, stimmi di zafferano purissimo, brodo di carne intenso e una mantecatura a regola d’arte. Il risultato? Cremoso, profumato, elegante. Eppure, Zini non si è detto convinto. Lo ha definito “slegato, un piatto da capire”, lasciando intendere che il gusto e la struttura del risotto non abbiano colpito nel segno. Una dichiarazione che ha immediatamente acceso il dibattito: può un piatto così iconico non piacere, pur essendo realizzato alla perfezione?
La domanda è legittima, soprattutto se si considera il prezzo: 50 euro solo per il risotto, con un conto totale di 120 euro. Una cifra che può sembrare eccessiva per chi non è abituato alle logiche dell’alta cucina. Tuttavia, è importante contestualizzare: il riso di Cracco è un signature dish, un piatto-bandiera che racchiude storia, tecnica e un’identità precisa. Non è solo cibo, ma narrazione, concetto, esperienza. Un po’ come acquistare un capo d’alta moda: non paghi solo il tessuto, ma l’idea, il design, la firma. Francesco Zini, con la sua consueta schiettezza, ha dato voce a una sensazione condivisa da molti: in un contesto dove l’apparenza conta quanto la sostanza, ogni dettaglio viene messo sotto la lente. E se l’esperienza complessiva è stata positiva, resta il dubbio se quel riso valesse davvero la metà del conto. Una cosa è certa: il pranzo da Cracco non lascia indifferenti. Piace o divide, stupisce o spiazza, ma sempre con eleganza. Esattamente come il suo risotto allo zafferano. E in un’epoca in cui tutti raccontano tutto, anche un piatto “da capire” può diventare virale.
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