Il Turco è la nuova fiction evento di Canale 5, una produzione Mediaset che punta tutto su un protagonista: Can Yaman.
Nel ruolo di un eroe affascinante e misterioso, l’attore turco si muove tra palazzi storici, costumi d’epoca e passioni travolgenti. Ma qualcosa non funziona. Di contro su Rai 1, la fiction Doc – Nelle tue mani ha sempre raccolto ascolti e affetto. Anche qui, un volto celebre guida tutto: Luca Argentero.
Entrambe le serie sembrano avere gli stessi ingredienti: una star amatissima, una regia curata, una narrazione centrata su un solo personaggio. Eppure, l’effetto sul pubblico è molto diverso. Perché Doc ci resta dentro e Il Turco no? Entriamo nel cuore di due prodotti seriali molto diversi, ma uniti da una somiglianza solo apparente. Il confronto dice molto su come funziona oggi la fiction in Italia.
Il Turco è un kolossal. La fotografia è curatissima, le ambientazioni suggestive, la produzione imponente. Ma spesso lo spettatore si perde nei dettagli estetici. Si ammira, ma non si sente coinvolto. Il personaggio di Can Yaman è affascinante, ma irraggiungibile. Sempre impeccabile, mai vulnerabile. Un eroe classico che combatte, ama, trionfa. Ma fatica a emozionare.
Dall’altra parte c’è Doc. Anche qui un uomo al centro della storia. Anche qui una regia curata. Ma c’è una differenza: Luca Argentero interpreta Andrea Fanti, un medico che ha perso la memoria e la propria identità. Il pubblico non ammira soltanto il personaggio. Si riconosce in lui. Vive con lui il trauma, la confusione, la rinascita. Empatia pura.
La fiction Doc – Nelle tue mani non costruisce un eroe perfetto. Costruisce un essere umano. Con paure, errori, dubbi. Ed è proprio questo che la rende indimenticabile. Il Turco invece resta in superficie. È raffinato, visivamente potente, ma non scava dentro. E non è colpa di Can Yaman. Anzi, l’attore mostra grande presenza scenica. Ma il suo personaggio sembra avere poco da raccontare. Manca un arco emotivo profondo. Manca una trasformazione reale. Canale 5 punta molto su fiction come questa. Così come Mediaset ha fatto con altri titoli storici. Ma l’impressione è che, senza una scrittura più audace, l’effetto visivo da solo non basti più.
La fiction italiana, oggi, ha bisogno di cuore. Lo dimostra Rai, con prodotti come Doc, Un Professore, La Storia. Racconti che non si limitano all’estetica, ma puntano sulla profondità emotiva. Il Turco e Doc partono dalla stessa formula. Ma prendono due strade opposte. Una ti mostra. L’altra ti trasforma.
E quando la fiction riesce a trasformarti, allora sì, ti resta dentro. Per questo, mentre Doc diventa un appuntamento fisso, Il Turco rischia di essere solo un esperimento affascinante ma dimenticabile. Il pubblico oggi non vuole eroi perfetti. Vuole storie vere, anche se inventate. Vuole personaggi che sbagliano, cadono, soffrono. E poi, magari, si rialzano. Come nella vita vera. È questa la magia della fiction che funziona davvero.
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