Stasera in tv su Rai Movie: un film premiato agli Oscar che ancora oggi colpisce per intensità visiva e forza narrativa.
Tra i titoli che non smettono mai di emozionare, Come le foglie al vento è un vero gioiello del melodramma anni ’50. Diretto da Douglas Sirk, il film va in onda stasera su Rai Movie e offre uno spaccato struggente, coloratissimo e visivamente potente di una famiglia americana ricca ma profondamente infelice. Nonostante sia stato girato nel 1956, conserva ancora oggi una forza drammatica che lascia il segno, grazie anche a una fotografia che sembra dipingere ogni scena come un quadro carico di simbolismo. La storia parte con un evento tragico, che il regista racconta attraverso un lungo e coinvolgente flashback.
Siamo in Texas, tra grattacieli di petrolio e sentimenti repressi. Lucy Moore (interpretata con eleganza da Lauren Bacall) è una donna raffinata e indipendente che si ritrova contesa tra due uomini molto diversi tra loro: Kyle Hadley (Robert Stack), erede fragile e instabile di una dinastia petrolifera, e Mitch Wayne (Rock Hudson), amico fidato e uomo d’onore. Kyle conquista Lucy e la sposa, ma la felicità dura poco. L’alcol, l’insicurezza e l’incapacità di diventare padre lo spingono verso un baratro autodistruttivo. Quando Lucy scopre di essere incinta, Kyle impazzisce di gelosia: crede che il bambino non sia suo, la aggredisce, e la costringe ad abortire. Da qui in poi la tensione esplode, portando Mitch a intervenire per proteggere Lucy in un finale che cambierà per sempre il destino di tutti.
Stasera in tv, un’opera che ha ispirato le migliori serie in circolazione
Non è solo la trama a rendere questo film un cult. È la confezione visiva a renderlo unico. Douglas Sirk, maestro del melodramma, dirige con mano ferma, sfruttando ogni inquadratura per trasmettere emozioni contrastanti: i colori saturi, le luci studiate al millimetro, i movimenti di macchina armoniosi ma mai statici. La fotografia firmata da Russell Metty è una vera lezione di stile: ogni scena è carica di tensione anche solo attraverso l’uso di un dettaglio cromatico o di uno sguardo rubato. Il cast brilla, letteralmente. Lauren Bacall è sofisticata e credibile, Rock Hudson incarna l’eroe silenzioso e leale, ma sono Robert Stack e soprattutto Dorothy Malone a rubare la scena. Malone, nei panni della tormentata Marylee Hadley, offre un’interpretazione da manuale: sensuale, spezzata, tragicamente vera.

Non a caso fu premiata con l’Oscar come miglior attrice non protagonista, mentre Stack ricevette una meritata nomination. Questo film ha anticipato molte delle dinamiche che oggi troviamo nelle serie drammatiche di successo: amore impossibile, relazioni tossiche, tradimenti, crisi personali. Non è un caso che molte soap-opera abbiano preso spunto proprio da qui. Eppure, Come le foglie al vento riesce ancora a distinguersi, proprio per quella miscela perfetta di sceneggiatura solida e direzione artistica impeccabile. Un’opera che parla di emozioni forti, di passioni che bruciano sotto la superficie lucida della rispettabilità. E che ci ricorda, con una potenza visiva rara, quanto il cinema sappia raccontare l’animo umano anche (e soprattutto) quando è a pezzi.
