Il Turco e Tutto quello che ho: due fiction Mediaset a confronto, perché una funziona e l’altra non convince.
La stagione televisiva di Mediaset ha visto il debutto di due miniserie molto attese: Il Turco, un’avventura storica ambientata nel cuore del secondo assedio di Vienna, e Tutto quello che ho, un dramma familiare che affronta temi estremamente attuali come il femminicidio e la ricerca della verità. Se la prima ha faticato a convincere, con uno share deludente, la seconda ha registrato ascolti soddisfacenti, superando il 16%. Ma cosa differenzia questi due progetti e perché Tutto quello che ho ha conquistato il pubblico mentre Il Turco ha faticato? La miniserie con protagonista Vanessa Incontrada, si è distinta fin dal suo esordio grazie alla capacità di trattare un tema di grande rilevanza sociale: il femminicidio.
La trama ruota attorno alla scomparsa della figlia diciottenne Camilla, un mistero che scuote profondamente la famiglia di Lavinia, interpretata da Incontrada, e Matteo, il poliziotto interpretato da Marco Bonini. Ma quello che cattura l’attenzione non è solo la ricerca della verità, quanto l’esplorazione del dolore e del conflitto interiore dei genitori, ognuno dei quali affronta la tragedia in modo diverso. La serie, si distingue per la sua capacità di sensibilizzare su temi scottanti e purtroppo ancora troppo attuali. La figura di Lavinia, una madre che non si arrende alla verità che le viene imposta, tocca un nervo scoperto in molti spettatori, che riescono a immedesimarsi nel suo percorso doloroso e complesso. Nonostante si tratti di un dramma, la serie mantiene un ritmo serrato, con una narrazione che stimola la riflessione e, al contempo, non perde mai di vista l’intensità emotiva.
Tutto quello che ho: la rivelazione Mediaset della stagione
La scelta di un tema così forte e reale ha decisamente premiato Tutto quello che ho. In un contesto in cui i temi sociali sono sempre più al centro del dibattito pubblico, la serie ha saputo inserirsi in modo efficace, rivelandosi non solo un prodotto di intrattenimento, ma anche una riflessione sociale molto potente. L’approfondimento psicologico dei personaggi e la loro evoluzione durante la vicenda, inoltre, sono stati apprezzati dal pubblico, facendo sì che la serie trovasse un’ampia risonanza.

D’altro canto, Il Turco, pur vantando una produzione imponente e un cast di attori noti come Can Yaman e Greta Ferro, non ha saputo attrarre il pubblico come ci si aspettava. Nonostante il fascino del contesto storico e le premesse avventurose, la miniserie ha faticato a decollare. La sua media di ascolti, poco oltre il 10%, è il risultato di una serie di fattori che hanno influito negativamente sulla sua performance. Il primo ostacolo da superare è stato senza dubbio la collocazione. Rispetto ad altri progetti storici come Belcanto o Il Conte di Montecristo, Il Turco ha ricevuto meno visibilità. Un’attenzione pubblicitaria inferiore, fattori che non hanno aiutato nella sua promozione. Un altro aspetto che l’ha penalizzata è la scarsa promozione, cambi nei palinsesti e poca visibilità.
La miniserie è stata oggetto di una campagna pubblicitaria non abbastanza incisiva. Un difetto che ha inciso sulla sua capacità di raggiungere il grande pubblico. L’investimento economico nella serie, purtroppo, non ha trovato un ritorno in termini di pubblico. Forse il contesto storico-avventuroso non riesce più a catturare l’immaginazione di un pubblico che, oggi, sembra essere più attratto da narrazioni più contemporanee e dirette. Non si tratta tanto di una mancanza di qualità intrinseca. Piuttosto una mancanza di empatia con il pubblico, che ha preferito temi più vicini alla realtà quotidiana.
