Una giovane Scarlett Johansson, un padre furioso e un capo troppo giovane: stasera in tv.
C’è un film in onda stasera in tv su Canale 27 che, anche se l’hai già visto, merita un’altra possibilità. In Good Company non è solo una commedia romantica, ma un ritratto sottile e ironico di ciò che succede quando la vita ci mette davanti a una valanga di cambiamenti, uno più scomodo dell’altro. Dennis Quaid interpreta Dan Foreman, un uomo che sembra avere tutto sotto controllo: un lavoro di prestigio, una famiglia solida, e una figlia brillante (interpretata da una giovane Scarlett Johansson). Ma come spesso accade nella vita – e in certi film che sanno raccontarla bene – arriva la scossa.
L’azienda per cui lavora viene acquisita da un colosso multinazionale, e Dan si ritrova improvvisamente retrocesso, con un nuovo capo sopra di lui: Carter Duryea, 26 anni, entusiasmo da vendere e zero esperienza reale. Il volto di Carter è quello di Topher Grace, che incarna perfettamente il millennial ipercompetente sulla carta ma confuso nel cuore. Già questo basterebbe per creare scompiglio. Ma la situazione degenera (e diverte) quando Carter si invaghisce della figlia di Dan. Imbarazzo? Tensione? Crisi esistenziale? Tutto questo, ma condito con battute brillanti e momenti sinceri che trasformano la pellicola in qualcosa di più di una semplice storia d’ufficio.
Paul Weitz dirige con mano leggera, ma non superficiale. Abbiamo avuto modo di constatarlo già in altre pellicole da lui dirette sapientemente. Il film scorre via con grazia, mescolando ironia e malinconia, e lancia più di uno spunto di riflessione: cosa significa davvero “fare carriera”? Si può essere leader senza schiacciare gli altri? E quanto è difficile mantenere l’equilibrio tra lavoro e affetti quando il mondo gira sempre più veloce? Quello che colpisce – anche dopo anni dall’uscita – è l’attualità del film. In un’epoca in cui il posto fisso è un miraggio e i rapporti tra generazioni sono spesso un campo minato, In Good Company riesce a toccare corde vere senza diventare pesante.
E questo, per un film che parla di pubblicità, fusioni aziendali e padri preoccupati, è un piccolo miracolo. Anche se hai già visto questa storia, riguardarla oggi ha un sapore nuovo. Forse perché nel frattempo sei cresciuto anche tu, forse perché oggi capisci meglio sia Dan che Carter. O forse solo perché è bello ritrovare un film che parla della vita senza urlare, ma con il tono giusto. La visione perfetta per un martedì sera tra risate, ma anche emozioni e spunti di riflessione.
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