Costanza è la fiction della stagione, ma non è (solo) merito di Miriam Dalmazio.
Il successo di Costanza, la nuova fiction di Rai 1, va ben oltre la bravura – indiscutibile – della sua protagonista Miriam Dalmazio. La serie ha saputo distinguersi in un panorama televisivo spesso prevedibile grazie a una formula narrativa fresca, un contesto professionale inedito e un mix perfettamente dosato tra dramma, commedia e mistero storico. Ed è proprio questa combinazione a colpire dritto nel cuore del pubblico. Quante fiction italiane avete visto incentrate su una paleopatologa? Probabilmente nessuna. Ed è proprio questa la prima carta vincente: raccontare un lavoro affascinante e poco esplorato, quello della studiosa delle malattie del passato. Il fascino della scienza si fonde con la suggestione della storia, e ogni nuova scoperta rappresenta un tuffo nelle pieghe più misteriose del Medioevo italiano.
Il caso di Selvaggia di Staufen, figlia illegittima di Federico II, diventa non solo un espediente narrativo, ma un modo per connettere la protagonista al passato e, indirettamente, anche allo spettatore. Se Roma e Milano sono ormai viste e riviste, Costanza ha puntato tutto su Verona. Non la Verona da cartolina dei balconi e degli innamorati shakespeariani, ma quella più autentica, fatta di castelli, musei nascosti e strade che profumano di storia. Il Castello di Montorio e il Museo degli Affreschi offrono scenari evocativi che danno profondità visiva alla storia, rendendo la città quasi un personaggio aggiunto, capace di dettare il tono emotivo delle scene.
La vera forza della fiction è la sua capacità di fondere più anime in un solo prodotto: il tono leggero della commedia romantica si alterna a momenti intensi, con indagini storiche e riflessioni profonde sulla maternità, la solitudine e il riscatto personale. Costanza Macallè non è un’eroina perfetta, ma una donna normale con cui è facile empatizzare. Le sue insicurezze, i suoi sbagli, il suo tentativo di ricominciare parlano direttamente a una generazione di donne (e uomini) che si barcamenano tra lavoro, figli e sentimenti irrisolti. Miriam Dalmazio dà volto e voce a una protagonista complessa, ma sarebbe ingiusto non menzionare il resto del cast.
Marco Rossetti e Lorenzo Cervasio, solo per citarne due, offrono interpretazioni solide che non rubano la scena, ma la completano. Le loro interazioni creano dinamiche credibili, che rendono il racconto ancora più coinvolgente. Non perfetta, ma autentica. Qualche critica è arrivata: alcune svolte narrative un po’ affrettate, il rischio di un eccesso di leggerezza nei momenti chiave o spiegazioni scientifiche un po’ troppo scolastiche. Ma nel complesso, Costanza riesce in quello che molte serie falliscono: creare un mondo credibile, accogliente, in cui il pubblico ha voglia di tornare settimana dopo settimana.
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