Netflix aggiunge La grande scommessa: un film necessario da (ri)vedere.
Ci sono film che non invecchiano mai, perché raccontano verità troppo scomode per essere dimenticate. La grande scommessa, diretto da Adam McKay e vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura non originale, è uno di questi. Ora che Netflix ha deciso di aggiungerlo al suo catalogo, si riapre l’occasione per (ri)scoprire un’opera che ha segnato il cinema recente grazie alla sua potenza narrativa e alla sua capacità di spiegare la crisi finanziaria del 2008 come nessun altro.
Basato sul libro di Michael Lewis The Big Short: Inside the Doomsday Machine, il film porta sullo schermo una delle pagine più buie della finanza mondiale. Ma non lo fa con toni didascalici o accademici. Al contrario, La grande scommessa è un esempio brillante di come il cinema possa rendere comprensibili temi complicatissimi, mantenendo alta l’attenzione e offrendo un punto di vista critico, spesso ironico e tragicamente realistico. Adam McKay, noto fino ad allora per le commedie con Will Ferrell, firma qui la sua svolta registica. Con uno stile visivo frenetico, montaggi veloci e frequenti rotture della quarta parete, riesce a trascinare lo spettatore dentro un mondo dove le regole vengono scritte solo per essere infrante. Non a caso, è diventato uno dei riferimenti imprescindibili per chi vuole raccontare la realtà con uno sguardo tagliente.
Il film poggia su un cast di livello assoluto: Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell e Brad Pitt. Tutti impeccabili, ognuno con il proprio ruolo in questa danza cinica attorno al crollo del sistema. Bale è Michael Burry, il genio autistico che per primo scopre l’enorme bolla dei mutui subprime. Gosling, nei panni del banchiere Jared Vennett, guida lo spettatore tra i meccanismi della finanza tossica. Carell è Mark Baum, l’idealista disilluso che affronta la verità con rabbia e sarcasmo. E Pitt è Ben Rickert, l’ex banchiere che ammonisce sull’impatto umano di ciò che sta per accadere. Nonostante la complessità del tema, è stato anche un successo commerciale, con oltre 130 milioni di dollari di incassi globali. Ma è sul fronte della critica che il film ha fatto davvero centro. Oltre all’Oscar vinto, ha ricevuto nomination prestigiose ai Golden Globe, ai BAFTA e ai principali premi americani del settore.
Non sono mancati neanche i riconoscimenti “popolari”: standing ovation in festival internazionali, citazioni in decine di talk e podcast economici, e un posto fisso nella lista dei film più consigliati dai docenti di economia. Con l’inclusione nel suo catalogo, Netflix dimostra ancora una volta di voler offrire titoli non solo d’intrattenimento, ma anche di impatto culturale. La grande scommessa è un film che spinge a riflettere, a indignarsi, a voler capire meglio come funziona davvero il mondo della finanza. Per chi non lo ha mai visto, è il momento perfetto per recuperarlo. Per chi lo conosce già, rivederlo oggi – in un contesto economico di nuove incertezze – assume un significato ancora più potente. Una visione che lascia il segno. E che su Netflix, finalmente, è a portata di click.
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