Un documentario emozionante sbarca in Rai e celebra la comicità romana con Corrado Guzzanti, Carlo Verdone, Marco Giallini, Emanuela Fanelli (da FolleMente), Virginia Raffaele, Serena Dandini e Zerocalcare.
La Scuola Romana delle Risate arriva finalmente al cinema e in prima serata su Rai 3 il 26 aprile 2025, dopo una breve ma significativa uscita nelle sale il 17, 18 e 19 aprile. Un appuntamento da non perdere per gli amanti della comicità italiana e per chi vuole riscoprire il legame profondo tra Roma e la risata. Diretto da Marco Spagnoli, il documentario è narrato con tono ironico e malinconico da Carlo Verdone, volto storico del cinema italiano e “figlio” artistico di Alberto Sordi.
Il film è un viaggio affascinante nel cuore della satira capitolina, tra teatro, tv, fumetti e social media. Accanto a Verdone troviamo Corrado Guzzanti, icona assoluta della comicità intellettuale e surreale, affiancato da altri giganti della scena come Marco Giallini, Lillo, Virginia Raffaele, Serena Dandini e il geniale Zerocalcare, voce simbolo della nuova satira urbana. Il cast include anche l’attrice rivelazione del film con Santamaria FolleMente, Emanuela Fanelli, che porta la sua sensibilità teatrale e il sarcasmo spietato del nuovo umorismo romano.
Tutti questi artisti, seppur diversi per stile e formazione, condividono una radice comune: Roma. Una città che, tra le sue contraddizioni, ha saputo forgiare comici in grado di far ridere e riflettere. Non è un caso se nel documentario si rende omaggio a mostri sacri come Gigi Proietti e Monica Vitti, simboli eterni di una romanità arguta, profonda e poetica.
Corrado Guzzanti, insieme a Lillo, dà voce all’anima più folle e paradossale della capitale. Le sue imitazioni, da Gianni Livore a Quelo, hanno segnato generazioni intere. Marco Giallini, invece, rappresenta la comicità più istintiva e ruvida, radicata nel linguaggio del popolo. Virginia Raffaele incarna il talento camaleontico, capace di passare da un personaggio all’altro con una fluidità da fuoriclasse. Zerocalcare e Fanelli portano lo sguardo delle nuove generazioni: disincantato, a tratti amaro, ma sempre vero.
A cucire insieme tutte queste voci, ci pensa la musica di Piotta, che mescola beat rap e nostalgia anni Novanta. Le sue tracce, inedite per l’occasione, creano un ponte perfetto tra passato e presente, tra borgata e web, tra televisione e social. Il risultato è un documentario corale che si guarda come un film e si ascolta come una playlist di emozioni.
Il merito di questo film è quello di aver creduto in un progetto fuori dagli schemi, che non si limita a raccontare la storia della comicità romana, ma la celebra come patrimonio culturale. In un periodo in cui la tv generalista sembra inseguire trend effimeri, La Scuola Romana delle Risate segna una svolta. Racconta una tradizione che, pur evolvendosi, non ha mai perso la sua identità. Dalle tavole del teatro alla pagina Instagram, dall’edicola al podcast, il senso dell’umorismo romano si è adattato, ma è rimasto pungente.
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