Lino Banfi ha aperto qualche anno fa le porte della sua Orecchietteria a Roma: atmosfera iconica, piatti pugliesi e uno scontrino finale che divide i commenti online.
C’è chi lo conosce come Lino Banfi, chi come Oronzo Canà, chi come nonno Libero. Ma tutti, almeno una volta, hanno riso grazie a lui. E oggi, a Roma, puoi anche mangiare da lui. La Orecchietteria Banfi, in Via Giuseppe Gioachino Belli 116, è il ristorante dedicato al grande attore pugliese. Si trova nel cuore della Capitale, a cinque minuti a piedi da Castel Sant’Angelo, un luogo già di per sé magico. Eppure, dentro quel locale, succede qualcosa di ancora più particolare: si entra nell’universo cinematografico e televisivo di un’icona italiana.
Sui muri dell’Orecchietteria campeggiano i poster dei film di Banfi, scene tratte da L’allenatore nel pallone e ovviamente fotogrammi cult di Un medico in famiglia, la serie che lo ha consacrato come volto amatissimo anche dalle nuove generazioni. Il menù? È un vero omaggio alla Puglia, terra d’origine di Lino Banfi (al secolo Pasquale Zagaria), con piatti che raccontano una tradizione gastronomica forte, identitaria, ma reinterpretata con un tocco di creatività.
A raccontare l’esperienza è Giuliacrossbow, content creator. In una recente recensione YouTube, ha deciso di portare i suoi follower in questo viaggio di gusto nel cuore di Roma. “Siamo nella mia amata Roma per provare assieme Orecchietteria Banfi, trattasi del ristorante del buon Lino Banfi, pugliese Doc, attore e comico con una lunghissima carriera alle spalle”, scrive nella didascalia del suo video.
E la curiosità è tanta, perché si sa: quando un personaggio del mondo dello spettacolo apre un ristorante, i riflettori si accendono. E se si tratta di una leggenda come Lino Banfi, l’aspettativa sale ancora di più. Ma com’è davvero mangiare lì? E soprattutto, quanto si spende?
Giuliacrossbow ordina diversi piatti: una burrata di Andria con pomodorini secchi, alici e scorza di limone – “buona, ma non eccessivamente sorprendente” – servita con un misto di pane, crostini e focaccia, che ti portano comunque al tavolo. Poi arriva il momento clou: le orecchiette al grano arso con cime di rapa, alicetta, spuma e pane tostato. “Avrei aggiunto più mollica”, commenta la creator, ma il piatto convince… e molto!
Non manca un nome che è tutto un programma: Porca puttena. Un piatto piccante, condito con pomodoro, olive, capperi, olio in camicia, prezzemolo e sbriciolata di friselle. Interessante come gioco di consistenze, ma meno esplosivo rispetto alle orecchiette. La sorpresa arriva con il Pasqualotto – un panzerotto fritto offerto dalla casa, con stracciatella, cime di rapa e alicetta – definito da lei una “sinfonia” perfetta, croccante fuori, morbido dentro.
Chiude il percorso una portata più ricca: polpette fritte con fonduta e cipolla, aromatiche e dal gusto intenso. “Si sente l’uovo della panatura”, nota Giuliacrossbow, segno di una lavorazione artigianale.
Alla fine, arriva lo scontrino. E qui scatta la reazione che potrebbe far discutere online.
Settantotto euro. Questo il totale pagato dalla content creator alla Orecchietteria Banfi di Roma. Una cifra che, secondo alcuni, potrebbe essere proporzionata alla quantità e qualità delle portate. Per altri, invece, potrebbe essere un po’ alta per una trattoria a tema. Ecco i dettagli dello scontrino, come riportato nel video pubblicato da Giuliacrossbow:
Pane e servizio: 4 euro
Porca puttena: 13 euro
Orecchiette: 13 euro
Burrata: 12 euro
Polpette: 20 euro
A questi si aggiungono le bevande – di cui la creator non ha fornito dettagli specifici, ma che sicuramente hanno inciso sul conto finale. Eppure, c’è da dire che il panzerotto – anzi, il Pasqualotto, come lo chiamano nel menù – è stato offerto dalla casa. Un gesto non scontato e apprezzato.
Ma è proprio questo scontrino a generare commenti contrastanti. Da un lato, chi applaude l’esperienza e la location. Dall’altro, chi sottolinea come il conto sia salito più del previsto. Il video ha scatenato reazioni.
Il punto, però, non è solo il prezzo, ma tutto ciò che ruota intorno all’esperienza. L’Orecchietteria Banfi non è un semplice ristorante. È un viaggio dentro la carriera di un artista, dentro la storia della comicità italiana. E per molti fan, mangiare lì ha un valore affettivo che va oltre lo scontrino.
Lino Banfi, oggi 88enne, è ancora amatissimo. La sua carriera – tra film iconici, sketch in dialetto e ruoli indimenticabili – è impressa nella memoria collettiva. Da Canosa di Puglia a Roma, ha portato la sua terra ovunque. E con questo ristorante, aperto nel cuore della Capitale, ha creato un ponte tra gusto e ricordi, tra la Puglia del cuore e la Roma che lo ha adottato.
Lui stesso ha dichiarato più volte di essere coinvolto in prima persona nel progetto, anche se oggi è la famiglia a seguire l’attività. La figlia Rosanna è spesso presente e tiene alta la qualità della proposta gastronomica. Il locale è arredato con ironia e affetto: ci sono riferimenti ai suoi personaggi più amati e, ovviamente, le orecchiette sono la star assoluta.
Orecchiette, o come dice la nonna della creator, “rcchitell”. Perché qui si respira un mix di tradizione e pop. Non manca la contaminazione, ma il cuore resta pugliese. La Orecchietteria Banfi è un omaggio a un’identità forte, che non si piega alle mode ma le interpreta.
E allora sì, forse 78 euro non sono pochi. Ma l’esperienza ha qualcosa in più (come nel caso di Abatantuono). Ti fa uscire con il sorriso. E anche questo, nel 2025, vale qualcosa.
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