L’Eredità Speciale Sanremo: cosa è andato storto? Marco Liorni ancora nel mirino.
Lo speciale de L’Eredità, andato in onda ieri sera su Rai 1, ha pagato a caro prezzo la sfida con C’è Posta per Te su Canale 5. Nessuna sorpresa, considerando il dominio assoluto del programma di Maria De Filippi in termini di share e consensi social. Un risultato prevedibile, ma che riaccende il dibattito sulla gestione della prima serata Rai e, soprattutto, sul ruolo di Marco Liorni in questo contesto. Il conduttore romano è un professionista di livello, un volto garbato e rassicurante che negli anni ha saputo conquistare il pubblico dell’ access prime time. Con Reazione a Catena e L’Eredità si è dimostrato un esecutore impeccabile, capace di tenere incollati milioni di spettatori nella fascia preserale.
Tuttavia, quando la Rai ha cercato di traslarlo in prima serata, i risultati non sono stati altrettanto brillanti. L’ultimo caso lo conferma: L’Eredità Speciale Sanremo non ha retto l’urto della concorrenza e si è fermato a un risultato mediocre. Non è colpa di Liorni, che ha gestito lo spettacolo con la consueta eleganza e professionalità, ma di una programmazione azzardata. Sfidare C’è Posta per Te senza un formato forte e rodato è un suicidio annunciato, e la Rai continua a cadere nello stesso errore. Già in passato, il conduttore era stato messo alla prova con Ora o mai più, un progetto ambizioso, ma naufragato proprio contro il colosso di Canale 5. Gli ascolti deludenti costrinsero la rete a chiudere il programma in anticipo, segnando un altro passo falso nella carriera serale di Liorni.
La vera questione non è il talento del conduttore – che non si discute – ma la strategia che la Rai adotta per lui. Inserirlo in una sfida impossibile, senza prima aver consolidato la sua presenza nel prime time con un progetto solido, significa condannarlo a risultati deludenti. Un errore di posizionamento, non di conduzione. Invece di sfruttare al meglio le sue capacità, la rete sembra volerlo testare senza un piano a lungo termine, esponendolo a confronti impietosi.
Il pubblico del preserale è diverso da quello della prima serata, e il passaggio da una fascia all’altra va costruito con attenzione. Liorni ha tutte le carte in regola per affermarsi anche in questa slot, ma ha bisogno di un formato più strutturato e di una collocazione meno proibitiva. La Rai, anziché continuare a tentare la sorte con esperimenti deboli, dovrebbe investire su un percorso più mirato, costruendo attorno a Liorni un contenuto capace di distinguersi dalla concorrenza. Perché se c’è una certezza, è che il conduttore ha il talento necessario per brillare. Deve solo essere messo nelle condizioni giuste per farlo.
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