Il Gattopardo, Netflix vs il capolavoro di Visconti: perché devi guardarli entrambi

Il Gattopardo: doppia visione da RaiPlay con Luchino Visconti a Netflix.

L’uscita della serie Il Gattopardo su Netflix ha riacceso l’interesse per il celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e per l’indimenticabile adattamento cinematografico di Luchino Visconti. Sebbene entrambe le versioni attingano dalla stessa fonte letteraria, il risultato finale è profondamente diverso, offrendo due esperienze visive complementari ma distanti per stile, linguaggio e prospettiva. Il film di Visconti, del 1963, è un monumento del cinema, con una durata di 205 minuti e una sontuosa messa in scena che ha reso immortale la figura del Principe di Salina, interpretato magistralmente da Burt Lancaster, e nel cast anche Alain Delon e Claudia Cardinale. Il regista ha creato un affresco epico sulla decadenza dell’aristocrazia siciliana, facendo emergere il contrasto tra il vecchio mondo e il nuovo che avanza.

il gattopardo
Benedetta Porcaroli su Netflix, Delon e Cardinale su RaiPlay

Le scenografie, la fotografia e l’indimenticabile ballo finale rendono questa pellicola una delle opere più iconiche della storia del cinema. La serie Netflix diretta da Tom Shankland, invece, si compone di sei episodi e sceglie un approccio più moderno e psicologico. Kim Rossi Stuart veste i panni del Principe di Salina, ma la grande novità è lo spazio dedicato al personaggio di Concetta, la figlia del Principe, interpretata da Benedetta Porcaroli. La serie, infatti, propone una rilettura più femminista della storia, dando maggiore rilievo alla sua crescita e al suo scontro con la società patriarcale dell’epoca.

Il Gattopardo: tradizione contro modernità da RaiPlay a Netflix

Il cuore della differenza tra le due versioni sta proprio nel focus narrativo. Il film di Visconti si concentra sul tramonto della nobiltà e sulla transizione politica della Sicilia post-unitaria, lasciando Concetta in secondo piano. La serie Netflix, invece, la trasforma in un personaggio centrale, esplorando la sua interiorità e il suo desiderio di autodeterminazione. Questa scelta rende la serie più vicina alla sensibilità contemporanea, ma al tempo stesso la allontana dall’impianto classico e dalla solennità della versione cinematografica. Mentre Visconti racconta la fine di un’epoca attraverso il grande spettacolo visivo, la serie Netflix cerca di renderla più intima e personale, approfondendo dinamiche psicologiche che il film solo accennava.

Nonostante le differenze, sia la serie che il film meritano di essere visti. Il film di Visconti è un capolavoro visivo e narrativo, con una regia impeccabile e un cast straordinario. È un’opera imprescindibile per chi ama il cinema d’autore e vuole immergersi nell’atmosfera sontuosa e malinconica della Sicilia ottocentesca. La serie Netflix, invece, offre una prospettiva più approfondita e attuale, con un linguaggio più vicino al pubblico di oggi e un’attenzione particolare alle figure femminili, spesso relegate ai margini nella versione viscontiana. Se il film è un monumento alla memoria e alla nostalgia, la serie è un tentativo di rilettura contemporanea, che può attrarre chi cerca una narrazione più dettagliata e introspettiva. Il consiglio? Guardarli entrambi: uno per il fascino immortale del grande cinema, l’altro per scoprire una nuova sfaccettatura di un classico intramontabile. Il Gattopardo di Visconti è disponibile su RaiPlay.

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