Sulla mia pelle stasera in tv: una delle interpretazioni più straordinarie in Italia degli ultimi dieci anni.
Questa sera su Rai Storia andrà in onda Sulla mia pelle, il film diretto da Alessio Cremonini che racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, divenuto simbolo di una delle vicende giudiziarie e umane più controverse dell’Italia contemporanea. Il film, uscito nelle sale il 12 settembre 2018 e distribuito da Lucky Red, non è solo un’opera cinematografica, ma un pugno nello stomaco che scuote coscienze e smuove riflessioni profonde sulla giustizia e la dignità umana.

Alessandro Borghi, nel ruolo di Stefano Cucchi, offre quella che è considerata da molti critici una delle migliori interpretazioni viste in Italia negli ultimi dieci anni e tra quelle che ha saputo regalarci in altre produzioni. L’attore romano scompare letteralmente nel personaggio, restituendo un ritratto di disarmante umanità e crudele realtà. La sua trasformazione fisica e psicologica è impressionante e merita di essere elogiata come un autentico atto di devozione alla verità e all’arte. È un’interpretazione che non cerca di suscitare facile compassione, ma che colpisce per la sua autenticità e per la scelta coraggiosa di non edulcorare nulla.
Stasera in tv c’è Sulla mia pelle: perché non perdere la visione su Rai Storia
Accanto a Borghi, brillano le interpretazioni di Jasmine Trinca, nel ruolo della sorella Ilaria, e di Max Tortora, che sorprende con un’interpretazione drammatica intensa e misurata. Il cast, sotto la guida attenta di Cremonini, costruisce un universo narrativo in cui ogni sguardo e silenzio pesano quanto le parole non dette. Il film ha ottenuto nove candidature ai David di Donatello, portandone a casa quattro: un riconoscimento meritato per un’opera che ha saputo affrontare un tema tanto delicato senza cadere nella retorica. Una regia asciutta e claustrofobica, con inquadrature strette che immergono lo spettatore nel calvario di Cucchi. Non c’è spazio per le spettacolarizzazioni: ciò che conta è la crudezza dei fatti e la sofferenza umana. Il regista non si limita a raccontare una storia personale, ma fa emergere un sistema fatto di omissioni, indifferenze e ipocrisie.
Uno degli elementi più toccanti del film è la rappresentazione di Cucchi non come un eroe o una vittima ideale, ma come un essere umano con le sue fragilità e i suoi errori. Eppure, è proprio in questo ritratto spietatamente onesto che risiede la forza del racconto: perché i diritti umani devono essere rispettati a prescindere dal passato o dalle scelte di un individuo. Guardando Sulla mia pelle non si può restare indifferenti. È un film che invita a porsi domande scomode e a riflettere sul valore della giustizia in un sistema democratico. La messa in onda stasera in tv rappresenta un’occasione per (ri)scoprire un’opera che ha segnato il cinema italiano recente, capace di emozionare, indignare e, soprattutto, far pensare. Una testimonianza potente che merita di essere vista, discussa e ricordata.
