Cosa ci mancherà dei Sanremo targati Amadeus? Sarà la prima volta senza, dopo cinque, bellissimi anni.
Manca sempre meno al Festival di Sanremo targato Carlo Conti, la prima annata dopo cinque, meravigliose edizioni targate Amadeus. A prendere il suo posto, non solo è un amico, ma uno dei conduttori più stimati nel mondo della televisione italiana. Sicuramente non sarà semplice, ma neanche un gioco da ragazzi considerando la grande eredità dalla quale ripartire. Bisogna non deludere, anzi, fare meglio e mantenere l’affetto di tutto il pubblico italiano, che ha regalato grandi soddisfazioni dal 2019 al 2024. Il contributo di Amadeus è stato talmente tanto rivoluzionario, che inevitabilmente mancherà e si farà sentire.
Sotto la su guida, la manifestazione era diventata un vero e proprio evento mediatico che iniziava mesi prima della messa in onda. Amadeus sapeva come tenere viva l’attenzione con annunci a sorpresa, rivelazioni sui big in gara, e collaborazioni inaspettate che generavano curiosità e discussioni. A gennaio 2025, senza la sua presenza, si avverte una calma piatta: la costruzione del “grande evento” sembra essersi spesa, facendo percepire l’edizione di Conti come meno avvincente, almeno nelle fasi preparatorie. Non è tutto però: ci sono almeno altri due motivi che ci porteranno a sentire fortemente la mancanza di uno dei ‘papà’ della leggendaria kermesse.
Amadeus ha portato Sanremo in una nuova era, conquistando un pubblico che tradizionalmente non seguiva il Festival: i giovani. Attraverso la scelta di artisti emergenti, l’attenzione verso il mondo dei social e la capacità di creare momenti virali, Amadeus aveva trasformato Sanremo in un fenomeno pop, in grado di essere discusso ovunque, da TikTok ai giornali. Questa connessione diretta con il pubblico giovane potrebbe mancare nell’edizione di Conti, che potrebbe essere percepita come più tradizionale e meno inclusiva per le nuove generazioni, che ormai si aspettano sempre molto dalla kermesse.
Amadeus è stato il regista di edizioni che hanno saputo unire musica, spettacolo e intrattenimento puro in modo esplosivo. Le sue scelte audaci, dai monologhi memorabili ai duetti sorprendenti, hanno dato vita a momenti iconici e anche parecchio discussi che restano impressi nella memoria del pubblico. Con Conti, visti il suo stile e anche le recenti affermazioni, c’è il rischio che il Festival torni a un’impostazione più classica, perdendo quella capacità di stupire e innovare che ha caratterizzato l’era precedente. Fasciarsi la testa prima del previsto, e lanciarsi in sentenze infondate senza aver goduto pienamente dello spettacolo, è nocivo e ingiusto. Sarà un grande Sanremo, certamente, ma il passato, soprattutto quello bello, è impossibile da cancellare.
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