Perché non riusciremo mai a superare davvero la fine de L'Amica Geniale

L'Amica Geniale e il vuoto che ci lascia un capolavoro letterario e televisivo senza eredità.

La fine de L’Amica Geniale non è solo la conclusione di una saga, ma un vero e proprio trauma culturale. L’opera di Elena Ferrante, prima in forma di romanzo e poi trasposta in una serie tv magistrale, ha attraversato il nostro tempo come un fiume in piena, trasformando la narrativa contemporanea e il linguaggio audiovisivo. Eppure, mentre tentiamo di lasciarci alle spalle la storia di Lila ed Elena, il senso di perdita si fa insopportabile. Perché? Perché L’Amica Geniale è un unicum, un capolavoro che sembra non trovare eredi né rivali.

La trama è semplice nella sua struttura, ma complessa e universale nel suo cuore. È il racconto di due amiche cresciute in un rione napoletano povero e soffocante, unite e divise da una competizione feroce, da un affetto incondizionato e da un contesto che cerca costantemente di annullare le loro ambizioni. Sullo sfondo, l’Italia in trasformazione, un Paese che cerca di risollevarsi dalle macerie della guerra mentre è già invischiato nelle contraddizioni del boom economico. La forza della Ferrante sta nell'aver intrecciato il microcosmo personale di Lila ed Elena con il macrocosmo storico, restituendo un ritratto vivo e pulsante che parla a generazioni diverse.

L'Amica Geniale: perché il vuoto che ci lascia, sarà per sempre incolmabile

La sua attualità è sorprendente. Pur ambientata a metà del Novecento, la storia riflette temi ancora oggi rilevanti: il femminismo, l’autoaffermazione, le disparità sociali, le tensioni tra tradizione e modernità. È una lente d’ingrandimento su dinamiche universali che continuano a definirci. Le protagoniste non sono eroine perfette, ma personaggi complessi e contraddittori, specchi in cui ognuno di noi può riconoscersi. È forse questo il motivo per cui ci sentiamo così legati a loro: rappresentano il nostro stesso caos, le nostre paure, i nostri sogni. Eppure, il vuoto lasciato da L’Amica Geniale sembra ancora più ampio se consideriamo l’assenza di prodotti simili, sia in letteratura che in televisione. Nonostante il successo della saga, pochi autori e produttori hanno avuto il coraggio o l’abilità di creare opere altrettanto stratificate e incisive.

l'amica geniale
Alba Rohrwacher nei panni di Elena Greco

La serialità televisiva tende a privilegiare trame più semplici e spettacolari, mentre la narrativa contemporanea si frammenta spesso in racconti di nicchia. Questa invece, è riuscita a parlare a un pubblico vastissimo senza mai sacrificare la profondità. È difficile rassegnarsi alla fine di qualcosa che ha toccato così profondamente il nostro immaginario. E forse non dobbiamo farlo. Piuttosto, dovremmo custodire il suo esempio come un faro per il futuro, continuando a cercare storie che abbiano il coraggio di scavare nell'animo umano e di raccontare il mondo in tutta la sua complessità.

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