L’analisi più cruda e spassionata dell’universo maschile nella tetralogia de L’Amica Geniale: il problema non sono solamente i Sarratore.
La figura di Nino Sarratore, pur essendo un uomo che Lila ama e che la coinvolge in una relazione complicata e piena di conflitti, così è anche per Lenù del resto, è meno problematica rispetto a un’altra che a breve vi illustreremo. Ne L’Amica Geniale, Nino rappresenta un desiderio più che una limitazione. Sebbene sia egoista, indeciso, e talvolta manipolativo nei confronti di Lila, la sua figura non ha lo stesso potere coercitivo di quella del padre, Fernando Cerullo e quasi tutti gli uomini che Ferrante descrive in questa storia. Nino non è un simbolo di autorità patriarcale, ma piuttosto un oggetto del desiderio e un tramite per il riscatto e la sfida al ruolo che la società le ha assegnato.
L’amore per Nino è, per Lila, un’occasione di fuga da una vita che le sembra soffocante, anche se problematico e doloroso. Con lui, Lila esplora sia l’amore che il tradimento, ma la sua posizione nei suoi confronti non è mai quella di subire passivamente un destino imposto. Al contrario, la relazione con Nino la spinge verso l’auto-affermazione, anche se tramite una lotta interna che le provoca frustrazione e sofferenza. La vera rovina di Lila, forse, è stata suo padre Fernando e tutto il dolore che le ha fatto subire, sin da quando era solo una bambina. Ferrante dipinge l’emblema di maschio alfa tossico, violento e manipolatore non solo servendosi di Nino e Donato Sarratore.
L’Amica Geniale, dai Sarratore ai Cerullo, passando per i Solara e i Carracci: nessuno si salva davvero
Nella tetralogia dell’Amica Geniale di Elena Ferrante, la figura di Fernando Cerullo è particolarmente problematica e più di Nino Sarratore. Il padre rappresenta un’emblematica figura di autorità opprimente, legata a una concezione patriarcale e conservatrice della società, che le impedisce di esprimere liberamente la propria identità e il proprio desiderio di emancipazione. Un uomo violento, rigido e tradizionalista, che incarna l’ideale di potere maschile che soffoca e limita Lila in molteplici modi. La sua figura è quella di un “padre padrone”. Non solo esercita un controllo fisico ed emotivo sulla figlia, ma la vede anche come una proprietà da custodire.

La sua mentalità, come quella ad esempio di Stefano Carracci, Marcello Solara e altri protagonisti, è quella di una società che ritiene le donne inferiori, e questo è un ostacolo costante per Lila, che aspira a più di quanto la sua condizione di donna e figlia le permetta. La sua vita infatti, è caratterizzata da un continuo tentativo di liberarsi dalla dominazione di un mondo maschile che la costringe a limitarsi, o peggio, a subire. Descrivere tutti i maschi che più si distinguono in questa storia, sarebbe davvero troppo complesso. Questa analisi però porta a riflettere sul vissuto e le gesta compiute dalle due protagoniste femminili. Se nel caso di Nino, sono state loro a scegliere, non è andata sempre in questo modo. Occorre quindi analizzare quello che c’è stato e che le ha plasmate nella loro vita, prima di conoscerlo e amarlo facendosi così male.
