Qui non è Hollywood vola su Disney+ a pochi giorni dalla sua uscita sulla piattaforma: la nostra onestissima recensione.
Ad appena una settimana dall’uscita di una delle serie tv più attese del 2024, non si placa la marea di commenti in rete a seguito di tutto quello che è accaduto nei giorni scorsi. Dopo l’ok del Tribunale di Taranto, a seguito di un blocco improvviso, la serie che racconta il vero caso di cronaca della tragica fine di Sarah Scazzi a soli 15 anni, è disponibile per tutti gli abbonati Disney+. Un fiume di critiche e polemiche senza fine, che però senza dubbio, anche se è triste affermarlo, stanno incrementando il successo e l’eco social di questo prodotto.
Pippo Mezzapesa alla regia, è doveroso dirlo, ha portato a termine un lavoro a dir poco magistrale. Ricostruzione minuziosa dei luoghi che hanno fatto da sfondo a questa tragedia, gli abiti dei protagonisti e le loro parole ed espressioni. C’è un processo e una sentenza ai quali doversi attenere, questo è d’obbligo. La grande abilità di tutti però, è stata quella di non ‘scimmiottare’ dei momenti che sono diventati dei veri e propri cult televisivi, in tutto il vai e vieni di interviste e testimonianze in tv dei familiari e delle persone che hanno conosciuto la povera Sarah, nei giorni dopo la scomparsa.
Ci teniamo a precisare quanto la serie nel complesso, ci sia piaciuta molto e sia indubbiamente, uno dei migliori prodotti realizzati quest’anno per quel che riguarda film e serie tv. Le interpretazioni dei protagonisti, in particolare quelle di Vanessa Scalera e Giulia Perulli, rispettivamente Cosima e Sabrina, sono state da brividi. Stessa cosa per quel che riguarda la colonna sonora, che scandisce gli eventi e le emozioni più intime dei personaggi alla perfezione. Ci sono però delle scene ricorrenti, che senza entrare troppo nel dettaglio, vediamo in maniera quasi insistente per tutti e quattro gli episodi. Forse si sarebbero potute alternare in maniera differente. La presenza di Sarah è costante, forse soprattutto per affermare la sua presenza, stabile nei sogni e nei pensieri di chi l’ha conosciuta, in particolare di chi ha voluto la sua morte e di chi deve fare i conti con la sua assenza. Il senso di colpa infatti, divora Michele e Cosima, perseguita Sabrina e logora Concetta.
Suggestioni e congetture, a tratti anche abbastanza inquietanti, si susseguono senza sosta portando lo spettatore a perdersi tra illusione e realtà. Che Sarah non c’è più, è chiaro dalla fine del primo episodio. Il ripetersi di queste scene però, a tratti anche troppo nel giro di poche sequenze, rende la fluidità del racconto poco scorrevole, lenta e statica in alcuni momenti. Forse era meglio lasciare spazio a parte delle indagini, al processo e a tutto il clamore mediatico post-arresto di madre, padre e figlia. Mezzapesa ha fatto però un lavoro incentrato sulle anime dei personaggi. Il suo grande merito a parer nostro, è quello di aver dedicato tanto spazio a Sarah e ai suoi sogni. Molti in questi anni, spesso li hanno trascurati.
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