Mare Fuori 4, il nuovo personaggio Angelo svela un retroscena: "Il ciak in cui stavo per svenire"

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La seconda parte della nostra intervista a Luca Varone, nuovo ingresso in Mare Fuori 4 nei panni di Angelo.

Lo abbiamo conosciuto nel sesto episodio di Mare Fuori 4, presente su Rai Play dall'1 febbraio. Silvia, dopo la delusione per aver scoperto della seconda vita e della moglie dell'avvocato D'Angelo, scappa e vaga per le vie di Napoli nel suo giorno di permesso. La ferma un ragazzo che dice di chiamarsi Gennaro. I due trascorrono la notte insieme in una location bellissima vista mare. La giovane detenuta non sa che lo rivedrà molto presto e che in realtà si chiama Angelo: sarà infatti un nuovo detenuto in arrivo all'Ipm, e ad interpretarlo è il talentuoso Luca Varone. Vi proponiamo la seconda parte della nostra intervista.

Luca Varone è Angelo in Mare Fuori 4: la scena più difficile da girare

Come è stato gestire la forte affluenza dei fan, tutti i giorni sul set in cerca di un contatto con voi del cast?

"All'inizio terribile, non mi aspettavo potesse essere realmente così. Il primo o il secondo giorno di riprese, tornavo in van con Maria Esposito ed è successo il panico. Non riuscivamo a passare oltre il cancello, ci hanno assalito, soprattutto a lei e le hanno regalato il santino con la sua faccia. Io invidioso: lo volevo troppo!"

C'è stata una scena difficile da girare?

"C'è stata una scena in cui eravamo nei bagni dell'Ipm. A livello fisico è stata tosta: umidità, eravamo circa venti persone con tutto chiuso, era piena estate e stavo per svenire. I ragazzi della troupe tra succhi e acqua e zucchero ci hanno fatti riprendere, ma stavo per svenire. Diciamo che è stata la più tosta a livello fisico, non emotivo".

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Luca Varone e Clotilde Esposito nel sesto episodio di Mare Fuori 4

Com'è il tuo rapporto con Napoli?

"Sono nato e cresciuto a Napoli, precisamente a Pianura fino ai dieci anni. Sono pazzo e innamorato di questa città, e ho cominciato a capire il suo valore quando me ne sono andato. Fortunatamente vivendo a Roma, quando sono giunto in città per le riprese non ho proprio sentito il distacco: tutti i miei parenti sono lì. Per quanto riguarda la 'nomea' ricorrente e tutto quello che viene detto, per la mia esperienza posso dire di aver visto tante cose, anche da bambino. Sono cresciuto però in una famiglia con sani principi etici e morali, mi hanno sempre fatto capire le cose giuste e quelle sbagliate. Non mi sono mai fatto trasportare, sono scelte di vita e se le fai, poi è giusto che ti prendi anche le conseguenze".

Cosa pensi di chi ritiene la serie diseducativa o pericolosa per i più giovani?

"La serie per me è il contrario di come molti l'hanno definita. Non passa alcun messaggio sbagliato ai giovani, anzi. Le cose sbagliate vengono denunciate, basti pensare a Ciro. Ha avuto la possibilità di cambiare, ma ha scelto di andare avanti e come conseguenza alla fine è stato ucciso. La sua preoccupazione più grande però, era di far sapere al padre che non ha pianto, nemmeno in fin di vita. Il problema è alla radice, serve un cambiamento radicale".

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