Nathalie Aarts, dalle hit mondiali dei The Soundlovers alla consacrazione con Arena Suzuki di Amadeus: "Il canto era solo un hobby"

Nathalie Aarts

Nathalie Aarts, interprete di grandi successi come Surrender e Run Away con i The Soundlovers, ha raccontato le tappe più importanti della sua carriera e ha parlato del successo che, ancora adesso, la dance anni Novanta riscuote tra il pubblico.

Tra la fine del 1998 e l'inizio del 1999, tutte le radio italiane e internazionali suonavano una canzone dance energica e trascinante, il cui ritornello faceva "I used to get it on, and I will go on", intervallato da tanti 'na na na na na na'. Il brano, che ha avuto un enorme successo sia in Italia, tanto da restare per dieci settimane in classifica, che in Europa e in altri paesi del mondo, tra cui l'America Latina e l'Australia, si chiama Surrender e ha un cuore tutto italiano. 'Surrender' è stata, infatti, prodotta dai DJ Roby Santini e Gianni Fontana e dai produttori Molella e Phil Jay, e pubblicata dall'iconica etichetta di musica dance ed elettronica italiana Do It Yourself.

I due interpreti della canzone, uscita nell'autunno del 1998, sono l'argentino Germàn Leguizamón e l'olandese Nathalie Aarts. Il progetto, a nome del quale sono usciti brani iconici come Walking e Mirando el Mar, è intitolato 'The Soundlovers', ed è stato uno tra i più iconici e rappresentativi della scena italodance anni '90 e 2000. Nathalie Aarts ci ha rivelato come è nato e ci ha raccontato le tappe più importanti della sua carriera, che va ancora a gonfie vele grazie ai suoi concerti in giro per il mondo.

Nathalie Aarts: la passione per la danza e quell'hobby sempre più importante

La musica, per Nathalie Aarts, ha sempre avuto un'importanza centrale. Lo ha avuto sin da piccolissima, quando la cantante di Breda, città dei Paesi Bassi, scopriva le prime canzoni grazie alla sua famiglia. "Una famiglia molto musicale: dai miei nonni ai miei genitori, e anche i miei zii", ha spiegato la voce di Surrender. A partire dalla tenera età di 7 anni, in effetti, Nathalie ha iniziato a collezionare vinili e 45 giri. La sua passione per la musica, però, almeno all'inizio era collegata a un altro obiettivo: quello di diventare una ballerina. "Ho iniziato a insegnare danza già dall'età di 14 anni, perché la mia insegnante era incinta, e tutto quello che si ascoltava lo registravo nelle cassettine per, poi, utilizzare i brani per le lezioni di danza", ha spiegato.

Nathalie Aarts
Nathalie Aarts oggi.

"Anche la passione del canto c’è sempre stata, ma io la vedevo come un hobby", ha aggiunto, raccontando che da piccola registrava delle cassette in cui cantava, con un piccolo microfono, sulle tracce strumentali dei 45 giri. "L'ho fatto con Live to Tell di Madonna, per esempio, che sul lato B aveva la traccia solo strumentale", ha raccontato.

"Poi, all’età di 15 anni, un ragazzo, mio compagno di scuola, mi ha detto che aveva una band, i The Fuse, e aveva bisogno di una cantante donna, che cantasse insieme alla voce maschile. Io ero un po' timida, non volevo cantare in una band, ma poi ho fatto una prova con loro, e mi hanno convinta. Ho anche cantato altri brani a pagamento, ma la mia formazione didattica, le scuole che avevo fatto, però, erano tutte incentrate sulla danza", ha spiegato Nathalie, che si è diplomata come insegnante di danza modern jazz.

L'arrivo in Italia

L'artista olandese ha studiato anche chitarra e pianoforte, ed è apparsa nel film del 1984 Puinruimen, diretto da Anneke HopmansBob Entrop. "Mia madre mi ha convinto a scrivere l'annuncio sul giornale per il provino, quando avevo 14 anni. Il film era sul divorzio, però i miei genitori stavano insieme, quindi non capivo perché dovessi farlo. Mamma, però, mi ha detto di provare lo stesso. Quindi ho scritto questa lettera, poi mi hanno invitata", ha raccontato. Anche grazie alle rassicurazioni del padre, che l'ha accompagnata al provino e l'ha spronata a recitare il monologo che aveva preparato, Nathalie è stata selezionata tra ben 2000 persone. Il film le ha permesso di viaggiare molto, come ospite di diversi festival cinematografici internazionali. Qualche anno dopo, però, la poliedrica artista olandese avrebbe affrontato un altro viaggio, quello più importante: il viaggio dall'Olanda a Milano.

Era il 1991 quando una sua amica, che già lavorava in Italia, le ha detto che Carmelo La Bionda cercava una ragazza alla pari per suo figlio. Insieme a suo fratello Michelangelo, Carmelo era parte del duo 'La Bionda', considerato tra gli inventori della musica disco italiana, chiamata anche italo disco. Dal 1985, inoltre, i due fratelli erano a capo dei Logic Studios di Milano, studi di registrazione che hanno ospitato artisti internazionali del calibro dei Depeche Mode e di Sting. All'inizio del 1991, la ventunenne Nathalie viveva già da sola e aveva un lavoro a tempo pieno, ma pensò che un'occasione del genere poteva capitarle solo una volta nella vita.

Da ballerina a cantante professionista

Inizialmente, Nathalie avrebbe dovuto passare solo tre mesi con la famiglia La Bionda. "Sono arrivata a Milano il 24 giugno del 1991. Siamo andati anche in vacanza insieme, in Toscana, e lì capitava che suonassimo la chitarra e che mi mettessi a cantare", ha rivelato. Un'altra proposta di lavoro, sempre dal suo stesso datore, le ha, poi, fatto decidere di restare per almeno un anno in Italia. "Per il tempo libero, in cui non dovevo occuparmi di suo figlio, Carmelo mi ha proposto di lavorare con lui presso l'ufficio di publishing, e cioè delle edizioni musicali, del Logic Studios. E, quindi, l’accordo era che mi occupavo di suo figlio, ma, mentre era a scuola, fino alle 4 del pomeriggio, io lavoravo con lui agli Studios", ha raccontato l'artista.

Dunque, l'artista ha iniziato a occuparsi della gestione degli studi di registrazione: nonostante non parlasse ancora benissimo l'italiano, la conoscenza della lingua inglese le è stata davvero utile. "Lì passavano anche artisti stranieri, come Robert Palmer e Sting, quindi andava bene anche parlare inglese", ha spiegato. Nel frattempo, la giovane Nathalie ha anche iniziato a registrare dei jingle pubblicitari negli studios e a cantare con i Foggy Brains, una band rock / funk con cui ha girato per tutti i locali milanesi.

È in quei mesi che è veramente cambiato qualcosa. "A novembre 1991, abbiamo fatto la prima vera registrazione. Ho inciso la cover di Change di Lisa Stansfield. Questa registrazione era una T-Pressing, una test pressing: praticamente una stampa per promozione, non un vero e proprio singolo. Questa stampa l'ho portata a casa, a Natale, ed è piaciuta tanto anche ai miei parenti. E anche a me è piaciuta tanto. E così, ho capito che, forse, piano piano, sarei diventata una cantante professionista".

Tra il canto jazz e la musica dance

Un elemento che colpisce davvero tanto, nel racconto di Nathalie Aarts, è il suo grande coraggio. È grazie al suo coraggio, e alla voglia di raggiungere tutti gli obiettivi che si era prefissata, che la cantante di Breda ha fatto scelte sicuramente non facili, ma decisamente importanti per la sua carriera. Dopo la decisione di lasciare la sua vita in Olanda e venire in Italia, due anni dopo l'artista ha dovuto di nuovo fare una scelta.

"Nel 1993, ho fatto un'audizione alla Scuola Civica di Jazz di Milano, perché un amico, che era già dentro la scuola, mi aveva convinta a provarci. E sono stata presa. A quel punto, ho dovuto scegliere se continuare a lavorare a tempo pieno, oppure iscrivermi alla Scuola e trovare un lavoro part time. Non avevo mai studiato davvero canto: ho studiato pianoforte, chitarra, per l'appunto danza, ma mai canto. E allora, alla fine, ho deciso di iscrivermi e di abbandonare il lavoro al Logic Studios", ci ha rivelato.

Nei due anni ai Logic Studios, però, Nathalie ha avuto la possibilità di conoscere moltissimi artisti. Tra questi, diversi dj e produttori, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella nascita della scena dance italiana. "Passavano di lì per il processo di galvanica, per la stampa del disco. Alcuni di loro mi hanno chiesto di cantare per le canzoni nei loro dischi, e ho iniziato a lavorare come turnista. Praticamente, mi pagavano per il turno, e io firmavo una liberatoria in cui dicevo che non potevano né usare il nome, né l’immagine. Prestavo solo la mia voce: quindi ho cantato una caterva di dischi di dance commerciale", ha spiegato l'artista, che ha lavorato, in quegli anni, anche con Adriano Celentano e il gruppo dance-pop inglese Right Said Fred.

La Do It Yourself e i Soundlovers

Uno dei brani dance a cui ha lavorato Nathalie nel 1993 è stato 'Are you ready?' degli Happymen, con Max Moroldo, per la neonata etichetta Do It Yourself. Tre anni dopo, l'artista ha collaborato anche al secondo brano per gli Happymen, 'Love is you'. Nel 1996, da etichetta emergente, la Do It Yourself era diventata il tempio della musica italo dance e dance in generale. Ed è in quel momento che Nathalie Aarts è diventata una delle esponenti di maggior rilievo del genere. "Il 6 novembre 1996, il giorno del mio compleanno, sono entrata nella Do It Yourself come licensing manager. Mi occupavo, cioè, delle licenze musicali dall'Italia per l’estero, e noi ci siamo occupati delle licenze per Carolina Márquez, Gala Regina. Nel frattempo, continuavo a cantare per questi progetti, e nel 1996 è nato anche il progetto dei Soundlovers", ha dichiarato l'artista.

Per la prima canzone, Run Away, Nathalie prestò solo la voce, mentre una modella fu scelta per l'immagine. Negli anni Novanta, in effetti questa pratica era molto diffusa. Anche l'immagine del cantante maschile, Germàn Leguizamón, era affidata a un modello, Kim Gallina. A partire dal secondo singolo, People, però, è cambiato qualcosa. "La casa che ha distribuito le canzoni dei Soundlovers in tutto il mondo, tranne che in Italia, la Polygram, si è accorta che i modelli nel video non erano i veri cantanti. Le canzoni erano diventate delle hit, e dalla Polygram hanno chiesto di mostrare i veri cantanti", ha spiegato.

Surrender e il successo mondiale

All'inizio, però, Nathalie non voleva. "Poi il mio capo gli ha detto che la vera cantante ero io, e mi hanno proposto di stabilire i termini del contratto. Mi hanno detto, insomma, che non volevano ‘legarmi’, e di dare loro solo l’immagine ufficiale per il progetto dei Soundlovers, ma poi ero libera di continuare con il jazz e a cantare con la band. A questo punto, dopo Run Away, ho cantato anche gli altri brani del disco, come People, però con la richiesta di non farmi riconoscere troppo", ha aggiunto.

Nonostante il suo successo, Nathalie non ha, infatti, mai cercato le luci dei riflettori. Sin dai tempi del film Puinruimen, l'artista ha sentito il bisogno di avere la sua privacy e di poter vivere una vita tranquilla al di fuori del lavoro. Presto, però, sarebbe stato molto più difficile. Nel 1998, in effetti, è uscito il brano più iconico del gruppo, Surrender. La canzone raggiunse presto le posizioni più alte delle classifiche dance di tutto il mondo, e i The Soundlovers iniziarono a girare il globo per promuovere la loro musica.

"Dopo il successo di Surrender, nel 1998, piano piano hanno iniziato a riconoscermi, anche all’estero. Ho iniziato a viaggiare ovunque per la promozione delle nostre canzoni: in Polonia, poi a Chicago, poi a Vienna. Intanto, continuare con il lavoro da licensing manager per la Do It Yourself diventava sempre più complicato. A un certo punto, ho capito che era troppo difficile fare entrambe le cose e mi sono licenziata. Il mio ultimo giorno alla Do It Yourself è stato il 31 luglio 1999, poi dopo sono rimasta ufficialmente Nathalie dei The Soundlovers. Ho comunque continuato a cantare per altri progetti, ma ufficialmente ero la cantante di quel gruppo", ha raccontato Nathalie.

Non solo The Soundlovers: gli inizi della carriera da solista

A partire dall'uscita di Surrender, anche il volto di Germàn Leguizamón comparve per la prima volta sulle copertine degli album. "German aveva la madre qui, in Italia, ma andava avanti e indietro, perché non aveva ancora la residenza fissa in Italia. Per questo, quando ha inciso i brani Run Away e People, per esempio, ha fatto un piacere a Roby Santini, che lo conosceva. Nel frattempo, la sua immagine era affidata al modello e ballerino Kim Gallina. Nel 1998, poi, ha ottenuto la residenza, e da quel momento hanno utilizzato la sua immagine. Dato che lui era molto diverso da Kim Gallina, perché quest’ultimo era biondo, mentre lui era moro, e più bassino, gli hanno messo, uno spray nei capelli, se non sbaglio blu, per non avere questo contrasto immediato così violento", ha svelato Nathalie.

Il successo dei The Soundlovers è continuato per altri anni, con brani del calibro di Mirando el Mar e Living in your head. Dopo l'uscita di We Wanna Party, nel 2002, Germàn è uscito dal progetto, ma Nathalie ha continuato per altri dieci anni. Nel frattempo, però, Nathalie ha iniziato anche una carriera parallela da solista, collaborando con artisti come Kim Lukas, un'altra regina della dance anni '90. L'ultimo singolo a nome The Soundlovers, è uscito nel 2013.

La fine del progetto The Soundlovers

"Il singolo uscito nel 2013 non doveva essere, originariamente, l’ultimo. In realtà, era uscita con la Do It Yourself la versione olandese del Pulcino Pio, Het Kuikentje Piep, perché l'etichetta mi aveva chiesto di tradurre la canzone. Siccome, in Olanda, con la Sony, hanno scoperto che ero la voce dei The Soundlovers, e Run Away è stata una hit nel mio Paese, hanno proposto di sfruttare il successo della canzone, che era diventata disco d’oro, e di far uscire una nuova canzone con i The Soundlovers, che erano fermi dal 2008", ha spiegato l'artista.

A quel punto, è sorto per la prima volta il dubbio che, forse, non avrebbe avuto senso continuare come The Soundlovers. "Abbiamo fatto due versioni: una più ‘dance anni ’90’, di RSDJ & J-Art Mix e una più moderna con Molella. Essendo i The Soundlovers un progetto degli anni Novanta, però, ci siamo accorti che, nel 2013, era come se non andasse bene nulla di quello che facevamo: la prima versione era ‘troppo anni ‘90’, e l’altra era ‘troppo moderna per degli artisti degli anni ‘90’. O riesci a rinnovare completamente con un altro nome, con un altro progetto, come ho fatto, o la gente si aspetta che tu faccia un disco prettamente anni Novanta, ma le radio di adesso non te lo passano", ha raccontato Nathalie.

Il Pulcino Pio, le collaborazioni e i tour di successo

L'artista, però, non si è mai fermata. La sua versione del Pulcino Pio, canzone ideata e prodotta originariamente dall'italiana Radio Globo, e interpretata dall'attrice Morgana Giovannetti, ha addirittura ottenuto un disco d'oro, e ha accompagnato, in Olanda, le grandi feste di Carnevale di quell'anno e degli anni successivi.  Nel giorno dell'uscita, il 13 gennaio 2013, uno speaker di un'importante radio olandese l'ha annunciata come la canzone dell'anno, e ha rivelato che era stata Nathalie Aarts a cantarla: inizialmente, infatti, nessuno sapeva fosse lei. "All’inizio mi vergognavo un po’, anche perché ho detto che avrei partecipato alla promozione del disco a Carnevale, ma senza travestirmi da Pulcino Pio! È stato divertentissimo e bellissimo, però", ha ammesso.

Negli ultimi dieci anni, la cantante ha continuato a esibirsi nelle piazze e nei locali di tutta Italia e non solo. Nei suoi concerti, Nathalie Aarts ripropone i grandi successi degli anni Novanta e degli anni Duemila, come Nathalie dei The Soundlovers, ma in scaletta aggiunge spesso anche alcune canzoni nuove.

"Io sono un animale da palcoscenico, mi piace il palco, lo sfrutto, me la godo, ballo, abbiamo portato le ballerine. Da sola, come Nathalie Aarts, ho fatto tante cose diverse, tanti stili diversi, anche in featuring con altri artisti amici. Non sempre uso queste canzoni nelle serate, generalmente faccio le serate anni Novanta, ma se ci sono dei dischi del caso, come nel 2023 che ne ho fatti uscire tre, sicuramente quello con Luis Rodriguez era prettamente anni Novanta, e l’ho cantato sui palchi di tante piazze. Anche a metà luglio, Never give you up con Dj Samus Jay e il rapper MC Fixx It, ed era un pezzo prettamente anni Novanta, e ho cantato spesso anche quello", ci ha rivelato.

La rinascita della dance degli anni Novanta

Negli ultimi anni, la dance anni Novanta è tornata di moda, tanto che anche i ragazzi delle generazioni che questo decennio non l'hanno vissuto, adesso, prendono parte agli eventi dedicati all'amato genere musicale. "Di solito, per le serate anni Novanta nei locali e nelle discoteche, il pubblico è più adulto. Quando sei nelle piazze, invece, ci sono anche i più giovani. Durante il concerto per il Capodanno 2024, tra il pubblico c'era un gruppo di ragazzini di 15-16-17 anni, che erano i più rumorosi", ci ha detto.

"E mi ha fatto talmente piacere che ho detto diverse volte al pubblico di fare l'applauso a loro. È strano, ma bellissimo. Ho anche la fortuna che Surrender è stata anche rifatta dal Pagante, quindi io sul palco canto anche una parte della canzone del Pagante per loro. Ho avuto la fortuna, con quella canzone lì, di farmi conoscere anche dalla nuova generazione", ha raccontato Nathalie.

La canzone in questione è 'Settimana bianca', per l'appunto del gruppo milanese Il Pagante. Grazie a questo brano, uscito alla fine del 2018, la canzone Surrender è diventata tra le più ricercate dell'anno successivo. "Nel 2019 abbiamo ricevuto dalla SIAE un premio come Evergreen. Surrender è diventato, dunque, il brano evergreen dell’anno, il più ricercato tra quelli", ha spiegato Nathalie. L'artista ci ha anche raccontato un aneddoto divertente, che riguarda proprio questa canzone. "A volte mettevo la canzone su Facebook, e qualcuno mi ha addirittura accusato di aver rubato la canzone al Pagante! Ovviamente i fan dei Soundlovers gli hanno detto che non capivano niente, e che non conoscevano la storia della canzone", ha rivelato l'artista.

L'esibizione ad Arena Suzuki

Nel 2022, la carriera di Nathalie Aarts ha avuto una vera e propria consacrazione, grazie alla sua esibizione all'Arena di Verona. Nel settembre di quell'anno, infatti, l'artista è stata scelta dal dj Massimo Alberti e da Amadeus tra gli artisti di 'Arena Suzuki '60 '70 '80 e... '90', seconda edizione del fortunato programma, trasmesso in prima serata su Rai 1 e dedicato alla musica del passato. "Io conosco Massimo Alberti, e lui mi ha detto che mi avrebbe chiamato prima o poi per esibirmi. A un certo punto mi ha chiamato, io ho accettato e delegato tutto all’etichetta, che si è occupata dei contratti e del resto", ha raccontato Nathalie.

La cantante ha apprezzato, soprattutto, il fatto che Amadeus e Alberti l'avessero fatta sentire libera di esibirsi come voleva. "Alle prove, io ho chiesto ad Amadeus e a Massimo Alberti se dovessi comportarmi come se fossi in televisione o come se fossi dal vivo, perché dal vivo parli, inciti, cerchi di invitare la gente a cantare. E lui ha detto che li dovevo far cantare e ballare, perché era un concerto dal vivo. E allora ho fatto esattamente come faccio quando mi esibisco nei concerti: sono anche scesa, ho fatto cantare la gente, ed è stata una cosa bellissima. Ero libera", ci ha detto.

Nathalie ci ha anche rivelato che, originariamente, la sua esibizione era programmata per un altro giorno, ma "Neja era a Parigi, e quindi mi hanno chiesto di invertire giorno. All’ultimo momento mi hanno detto di venire lunedì invece di mercoledì. Siccome non ero nel piano di quel giorno lì, mi hanno messo in fondo. Praticamente ho chiuso la serata, anche se la registrazione del mio blocco, della mia parte, è stata trasmessa su Rai 1 in un’altra puntata. E quindi, mi hanno detto: 'Sei tu che chiudi lo spettacolo, fai quello che ti pare'. Ero proprio l’ultima per chiudere quella serata. È stato bellissimo".

Il presente e il futuro di Nathalie Aarts

A più di trent'anni dall'uscita del primo brano cantato per l'etichetta Do It Yourself, Nathalie Aarts non si ferma. Ha un calendario ricco di eventi, sia in Italia che in Europa, e continua a incidere canzoni nuove, con dj giovani e promettenti. L'ultima è stata 'Stranger', uscita lo scorso mese di agosto. Il brano, dal sound fresco e moderno, è realizzato con Joy Levanti, un dj appena ventenne. "È stato lui, lui ha voluto la mia voce! Il mio dubbio è stato: “Joy, io posso essere tua nonna! Sei sicuro di volermi nel video? Un ragazzo giovane con una vecchia nel video!”. Ma erano assolutamente entusiasti, e ho accettato. Potevano fare il video da soli, e invece hanno voluto anche me e mi ha fatto piacere", ha raccontato Nathalie.

Nei prossimi mesi, dunque, l'artista continuerà a esibirsi sui palchi di tutta Italia e in diversi paesi europei, e sta programmando anche viaggi intercontinentali. "Mia figlia adesso ha 15 anni. Prima non era fattibile, non potevo allontanarmi più di tanto, ma adesso è più grande. Adesso che ci sono le richieste anche per voli intercontinentali, potrei decidere di tornare anche in Sudamerica nei prossimi mesi. Cuba è già fissata per novembre", ci ha rivelato.

Infine, per quest'anno, l'artista conta di rilasciare almeno altri due brani, di cui uno in collaborazione con Paps di Paps'n'Skar e Melody Castellari, e l'altro con Kim Lukas. Il primo dovrebbe uscire entro il mese di maggio. "Ma senza nessuna fretta", ha evidenziato Nathalie, "non devo per forza far uscire un disco o più ogni anno. Va come capita, seguo il flow". Sempre libera, qualunque cosa accada. Proprio come cantava nel brano 'Walking', insomma: "Non dirmi cosa è sbagliato, non dirmi cosa è giusto, apri le tue ali e vola".

Per la riproduzione, anche parziale, dell'intervista a Nathalie Aarts è obbligatorio citare larchitetto.it.

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