Haiducii, il grande amore per l'Italia e la rivelazione su Dragostea din Tei: "Periodo doloroso, poi è arrivato Sanremo"

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Haiducii, nome d'arte di Paula Mitrache, ci ha raccontato la sua vita e la sua carriera, e ha rivelato: "All'inizio non volevo cantare Dragostea din Tei!". L'intervista a una delle più celebri artiste della musica anni 2000.

Tutti conoscono Dragostea din Tei. È stato un successo enorme, e ancora adesso, a più di vent'anni dalla sua uscita, viene cantata e ballata da tutte le generazioni. Pubblicata prima dal gruppo O-Zone, nella primavera del 2003, è diventata famosa in tutto il mondo grazie alla cover di Haiducii, uscita nel novembre dello stesso anno. La versione di Haiducii, nome d'arte di Paula Mitrache, ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo, diventando la prima canzone pop in lingua romena a raggiungere le classifiche di paesi come il Belgio, la Svizzera e l'Italia, e ottenendo numerosi dischi d'oro. Pensate che in Germania, Dragostea din Tei è stata tra le cento canzoni più vendute di tutti gli anni Duemila.

Nonostante sia in lingua romena, l'Italia ha un ruolo importante nella realizzazione e nel successo del brano. Haiducii l'ha, infatti, inciso per l'etichetta romana Universo, fondata da Giancarlo Meo, e i remix del cd singolo sono stati realizzati da dj italiani come Gabry Ponte e DJ Ross. La cantante, inoltre, viveva già in Italia da qualche anno, e il suo legame con il nostro Paese è diventato, negli anni, sempre più forte. Paula Mitrache, questo il suo vero nome, è intervenuta su L'Architetto, e ci ha parlato della genesi del suo indissolubile legame con la musica, del successo, all'inizio inaspettato, ottenuto con Dragostea din Tei, ma anche del suo luminoso presente.

Haiducii, la grande artista dance anni 2000 racconta la sua storia: l'intervista alla cantante di Dragostea din Tei

"Intanto grazie per l’invito, saluto tutte le persone che desidereranno leggere quello che noi diremo", ha detto, dimostrando, sin dall'inizio dell'intervista, la gratitudine e l'affetto che la lega ai fan che l'hanno supportata e la supportano ancora oggi. Haiducii ci ha, poi, raccontato la sua storia partendo dalle origini.

"Credo che tutti gli artisti ti risponderanno che desideravano esserlo sin da piccoli, e io sono una di quelli. Da piccola cantavo, facevo di tutto per poter esprimere il mio amore per l’arte e per la musica. Qualche volta anche 'esagerando': nonostante non potessi già conoscere già il cinese e il giapponese, data la mia età, inventavo le parole e cantavo in queste lingue davanti ai miei coetanei. Se tu avessi chiesto ai vicini del mio palazzo, situato a Bucarest, a Drumul Taberei, un quartiere pieno di verde, tutti ti avrebbero risposto 'Lei vuole fare la cantante'". La sua casa era situata nei pressi della stazione della metropolitana 'Orizont', che in italiano significa 'Orizzonte': un nome decisamente propiziatorio.

E la sua carriera, in un certo senso, è iniziata già dalle scuole elementari. "Gli insegnanti hanno capito che il canto era la mia passione, e quindi mi hanno indirizzato al coro della scuola elementare, dove paradossalmente si cantavano anche le canzoni in cinese! Tra i 14 e i 15 anni ho, poi, iniziato la Scuola Popolare d’Arte, all'insaputa dei miei genitori. L'unica a sapere della Scuola Popolare d’Arte era mia sorella, che mi regalò anche la chitarra. Fortunatamente sono entrata in questa scuola di prestigio, dove gli insegnanti erano i grandi cantanti della musica leggera e anche della musica lirica rumena. Immagina Mina, o Milva, che insegnano in una scuola!", ha spiegato.

La carriera in Romania

Con la caduta del regime comunista, avvenuta nel 1989, Paula è stata scelta come una dei volti della nuova televisione nazionale rumena. Dopo aver debuttato come modella, e dopo aver vinto anche Miss Bucarest, il più importante concorso di bellezza della Capitale rumena, Paula ha deciso di non proseguire la carriera da modella, e di iniziare con la televisione. "Ero consapevole di non essere così alta, e quindi potevo essere fotomodella, ma modella no. Perciò, ho deciso di non proseguire per il concorso di Miss Romania, e iniziare l’esperienza in tv".

Paula è stata conduttrice per alcuni programmi di TVR, la rete nazionale rumena, e ha vinto anche la selezione per il Festival di Mamaia. "È praticamente l'equivalente rumeno del Festival di Sanremo", ci ha spiegato. Arrivata al culmine del successo in Romania, Paula ha, però, deciso di trasferirsi in Italia, per ricominciare tutto lì. "Alcuni produttori della tv nazionale rumena mi hanno detto che sarebbe stato folle partire, quando avevo raggiunto un livello così alto in patria", ha spiegato. Ma la sua decisione era dettata dall'amore. "Sono partita per l’Italia perché è qui che ho voluto crescere mio figlio, che adesso è grande, è un medico. Lui aveva metà origini italiane, perché il suo papà era italiano, dico era perché purtroppo non c’è più. E, quindi, sono arrivata qui, lasciando un lavoro immenso in Romania", ci ha detto.

Gli esordi in Italia e il successo di Dragostea din Tei

Pur non conoscendo benissimo la lingua italiana, Paula ha fatto capire sin da subito di voler diventare una cantante famosa anche nel nostro Paese. "Sono arrivata qui che parlavo un italiano maccheronico. Mi basavo sulle origini neolatine del rumeno e dell'italiano, e quindi alle similitudini tra i due linguaggi, e riuscivo a farmi capire", ha raccontato. E, in questo modo, è riuscita a farsi scritturare dall'etichetta Universo.

"Ho inciso un brano, con il mio vero nome, che si intitolava Believe in me, nel 2000, con Bruno Santori. Per diverso tempo, però, non ho fatto molto di più. Con la Universo e Giancarlo Di Meo, per diverso tempo, è stata, all'inizio, una collaborazione silenziosa, diciamo. Ma io sono una che crede nelle persone, che crede nel prossimo, e la scelta dell'etichetta Universo si è rivelata quella giusta. E, sinceramente, il successo arriva quando non te lo aspetti, non quando pensi che tu possa averlo. Quindi, dopo tutto questo tempo, mi hanno proposto il brano Dragostea din Tei", ha raccontato.

Vi sembrerà incredibile, ma inizialmente Paula non voleva cantare questa canzone. "Per me il concetto della cover non era così presente, perché in Romania io cantavo i miei brani, i brani che scrivevano i compositori per me. Quindi non capivo la ragione per il quale avrei dovuto farlo. Per fortuna ho ascoltato, o meglio sono stata quasi tirata dalle orecchie, come si fa con i bambini, e sono arrivata dritta in studio a Roma. Lì ho registrato, ho corretto quello che c’era da correggere per altre persone che hanno partecipato, dopodiché sono andata via. Dopo pochissimo tempo mi hanno annunciato che eravamo in classifica", ha rivelato. Il brano sarebbe presto diventato un successo mondiale da più di un milione di copie.

L'origine del nome Haiducii

Dragostea din Tei è stato anche il primo brano che la cantante ha inciso come Haiducii. "Hanno cercato in fretta il nome d’arte. Per me è stato un colpo basso, perché con una che aveva iniziato con il suo nome, e avevo sudato per avere quel nome, qui in un attimo lo hanno spazzato via. Allora ho chiamato in Romania i miei produttori, i miei mentori, e ognuno mi ha dato un suggerimento. Tra i vari suggerimenti c’era ‘The Black Chocolate’, perché sono scura di carnagione", ha spiegato, ma nessuno di questi è stato approvato.

"A questo punto", ha aggiunto, "ho pensato alla canzone: nel testo di Dragostea din Tei, c’è la parola ‘Haiduc’, il nome con cui mi presento, che è di genere maschile singolare. Dovevo trasformarlo al femminile, ‘Haiduca’, ma non ho avuto il coraggio di osare, perché nella Storia non è mai esistita un’haiduca, che significa 'rovinosa'. E quindi ho scelto ‘Haiducii’ e cioè il plurale maschile, e il mio nome è diventato così. Ma correttamente, se vogliamo proprio dirlo, avrei dovuto chiamarmi ‘Haiduca’. Loro, comunque, si sono fidati e da lì è nata Haiducii".

Il successo di Dragostea din Tei, il dolore e la rinascita di Haiducii a Sanremo

Nonostante il successo della canzone sia stato immediato, Haiducii non ha potuto goderselo in pieno. Intorno alla fine del 2003, infatti, la cantante ha perso sua madre. "È un passaggio della mia vita che ricordo con dolore, ma anche con grande felicità per quello che è successo dopo. In quel periodo, dalla casa discografica non mi comunicavano più di tanto, anche perché cercavano di proteggermi, per tutto quello che in realtà io stavo affrontando", ha spiegato.

C'è stato un momento, però, in cui Paula ha capito che era iniziata una nuova fase della sua vita, e che era pronta a raccogliere tutto ciò che di positivo poteva raccogliere. Grazie all'enorme successo ottenuto, la cantante è stata invitata a partecipare all'edizione 2004 del Festival di Sanremo, quella condotta da Simona Ventura. "Sono arrivata sul palco di Sanremo, e quando è finita l’ultima nota della canzone, lì ho detto: “Inizia un altro percorso della mia vita”. Per me Sanremo è stato il vestito più bello che ho indossato. Farlo come donna è la cosa più grande che poteva esserci nella musica, e non avrei mai sognato succedesse": la bambina che cantava in un cinese inventato, facendosi sentire dai suoi vicini di casa, ce l'aveva fatta.

I tour mondiali e l'incontro con grandi artisti italiani

Grazie al successo ottenuto, Haiducii ha iniziato a esibirsi sui palcoscenici di tutto il mondo. Palcoscenici che, a volte, ha condiviso con artisti italiani. "Con Zucchero, ci siamo esibiti sullo stesso palco a Parigi, davanti alla Tour Eiffel. E quando rientravo in Italia dai concerti all’estero, con me c’erano Francesco Facchinetti - DJ Francesco, ma anche Paolo Meneguzzi, i Gemelli DiVersi. In quel momento mi dividevo con tutto il mondo, perché facevo concerti ovunque, ma quando tornavo in Italia c’erano loro, e mi divertivo tantissimo. Facchinetti, in particolare, era pazzerello come me, anche se io non lo facevo vedere sempre", ha raccontato.

Per i video delle sue canzoni, Haiducii ha collaborato con diversi registi italiani. Cosimo Alemà ha diretto, ad esempio, il video di Dragostea din Tei. Il regista, ballerino, direttore artistico e coreografo Luca Tommassini è, invece, dietro la telecamera dello spassosissimo video di I need a boyfriend, un trascinante brano dance, cantato in inglese e influenzato dalla musica gitana tradizionale. "Per la realizzazione del video, Luca Tommassini mi ha detto ‘Mostrami come ti vedi tu, prendimi dei giornali e ritaglia delle immagini’. Io non avevo tempo, dicevo ‘Dio mio, come farò questa cosa?'. Mentre giravo intorno al mondo, prendevo i giornali, facevo il decoupage e lo lasciavo alla casa di produzione. Insomma, alla fine mi sono rivista nel video e mi sono fatta due risate. Ho detto: 'Oddio, io sono veramente quella!'", ha rivelato.

Non solo cantante, ma molto di più

Dal successo di Dragostea din Tei, la carriera di Haiducii non si è mai fermata. Anzi, si è spinta anche al di fuori dei confini della musica. Paula è, infatti, stata anche attrice nella fiction 'L'ariamara'. Inoltre, nel 2009, anno in cui ha ottenuto la cittadinanza italiana, è diventata Consigliera per i rapporti con la comunità rumena dell'allora sindaco di Bari, e attuale presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e non solo. "Sono stata anche Consigliera del Dottor Divella, che era il Presidente della Provincia. Mi sono occupata di immigrazione per tanto tempo con l’Associazione socioculturale Dacia Nicolaiana, che ho aperto dopo aver finito un corso di mediazione linguistico-culturale. Occuparsi dell’integrazione in un periodo, nel quale, in Sud Italia non c’era una rappresentanza, era una questione di buonsenso", ha spiegato.

"Il successo", ha aggiunto, con voce ferma e convinta, "ti dà anche la possibilità di essere te stesso: e quindi ho avuto la possibilità di occuparmi di rimpatri e di tante cose legate al ponte tra la Romania e l’Italia. E sono felice che si siano fidati di me. E sai cos’è, quando c’è un problema, o quando c’è qualcosa di importante, la gente non dimentica, quindi quando le persone mi chiamano per chiedermi un consiglio io ci sono. Per esempio, quando ero in Sardegna e non c’era il consolato di carriera, mi sono occupata della visita dell’Ambasciatore in Sardegna. È quella parte del cuore che c’è e che ci sarà sempre. Ufficialmente è durato qualche anno e poi è finito, ma ti posso dire che continuo ancora oggi a occuparmene, e ti garantisco che se arriva una telefonata non chiudo la cornetta, anzi".

La nuova musica di Haiducii e l'esibizione ad Arena Suzuki con la canzone Dragostea din Tei

Artista poliedrica e attiva nel sociale, Haiducii non ha, però, mai rinunciato al suo primo amore: la musica. E ancora adesso, a più di vent'anni dall'uscita di Dragostea din Tei, continua a tenere concerti di grande successo in tutta Italia, e a pubblicare brani che conservano la sua autenticità artistica e le caratteristiche che hanno reso la sua musica così famosa, ma, al contempo, riescono a essere al passo coi tempi. Ne sono degli esempi lampanti il brano 'Respira', del 2020, la versione Future Rave di Dragostea din Tei, prodotta dai Dual Beat e da Mr Frog, e la collaborazione con Caffellatte, intitolata 'Troppo chic (Dragostea din Tei)'.

Nel 2023, poi, Haiducii ha avverato un altro dei suoi sogni: quello di cantare Dragostea din Tei all'Arena di Verona. Come è noto, infatti, la cantante si è esibita insieme a tanti altri artisti, nel corso della kermesse musicale 'Arena Suzuki dai 60 ai 2000', condotta da Amadeus, con la collaborazione di DJ Massimo Alberti. Evento che, ricordiamo, è stata trasmesso anche su Rai 1, in tre serate, tra lo scorso mese di settembre e i primi di ottobre.

"Io sono più che felicemente sposata da tre anni", ha rivelato Haiducii. "Mio marito, Miky Falcicchio, è il mio manager ed è una macchina da guerra. Avevo già ricominciato a fare gli spettacoli dal vivo, e insieme a lui si è moltiplicato tutto a mille, anche grazie ai nuovi social e alla nuova apertura verso l’informazione online. Per me, essere scelta tra gli artisti che si sarebbero esibiti all'Arena di Verona, è frutto del lavoro di squadra che abbiamo qui. È come una luce che, alla fine, qualcuno ha visto ed è ripartito tutto da lì", ha spiegato.

"All'Arena di Verona mi sono sentita come Alice nel Paese delle Meraviglie": le emozioni di Haiducii durante l'esibizione di Dragostea din Tei

Per Paula, che considera l'Italia la sua seconda patria, e che immagina la sua vita "come un immenso albero di ulivo, dove le radici sono in Romania, il tronco in Italia, ma i rami e i frutti vanno in tutto il mondo", esibirsi all'Arena di Verona è stata un onore. "Io sono romena: noi siamo questo incontro tra i Daci e i Romani, la parola ‘Romania’ deriva da Roma. Quindi immagina per una romena arrivare all'Arena di Verona, in quel tempio della storia e della cultura, dopo nessun cantante romeno di musica non lirica si era esibito, è stata un’emozione infinita".

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Haiducii all'Arena di Verona.

Haiducii ci ha raccontato anche un simpatico retroscena. "Ricordo benissimo che, quando ho voluto scendere dal palco per incontrare la platea, mi sono resa conto che erano così tanti e sono risalita dopo due secondi. Mi sembrava di essere come Alice nel Paese delle Meraviglie: sembravano altissimi! Nonostante io sia una che va tra il pubblico, fa casino, in quel momento li ho visti, ho detto ‘Ok siete tanti, siete belli’ e sono tornata sul palco. Come un bambino che torna in camera dai genitori, sono tornata e sono andata da Amadeus e Massimo Alberti in consolle".

Le novità per il 2024

Il 2023 è stato, insomma, un anno ricco di emozioni per Haiducii, ma il 2024 si preannuncia essere ancora più interessante. "Stiamo registrando un brano, ma non posso dire ancora nulla. Abbiamo fatto qualcosa di grandioso, non abbiamo mai pensato di farlo, ma non ti posso dire niente. Ci sono due cose che non posso dirti, insomma! Per il resto, ci sono diversi concerti che terrò BCarnevale. Siamo a Massafra l’8 febbraio, poi scenderemo dal palco veloce veloce, e saremo a Catania il 9. Però siamo pieni, felici, siamo carichi e ogni volta che torniamo sul palco è un piacere", ha spiegato.

"Poi con un marito come quello che ho è impossibile non essere carichi", ha detto, aggiungendo: "Anche perché dove finisco di lavorare io, inizia lui: quando scendo dal palco, c’è lui che deve iniziare a lavorare. E allora ci dividiamo i pesi della famiglia, però è meraviglioso tutto". Se è stato, insomma, l'amore per la musica che ha spinto Haiducii a iscriversi alla Scuola Popolare d'Arte, all'insaputa dei genitori, e l'amore per il figlio che l'ha convinta a trasferirsi in Italia, è sempre grazie all'amore che la sua carriera procede a gonfie vele.

L'amore come chiave del successo

Ed è proprio l'amore, e in questo caso l'amore dei fan per la sua musica, il segreto del suo successo. "Io sono partita in una maniera fortunata, perché io sono partita amata, perché tutti cantavano ovunque la mia musica. E la cosa più bella sai qual è? Che adesso, non solo io ho più coraggio di cantare, e mi scateno ancora di più del 2004, ma adesso anche il mio pubblico ha più coraggio, sono cresciuti. In più, si portano i loro bambini, i figli. Quindi c’è un universo senza limiti. Non c’è limite per cantare a squarciagola!". E noi, 'Dragostea din Tei', la canteremo a squarciagola ancora per tanto tempo.

Per la riproduzione, anche parziale, dell'intervista a Haiducii è obbligatorio citare larchitetto.it.

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