La meccanizzazione e il paesaggio artificiale, località Torgnon, 2018

Nuovi scenari alpini

Luciano Bonetti

n.6 novembre/dicembre 2019

L’Ordine degli architetti della Valle d’Aosta ha sviluppato con il collettivo Urban Reports un interessante e importante approfondimento di indagine delle trasformazioni del paesaggio contemporaneo attraverso il sostegno e la collaborazione a un workshop realizzato in Valle d’Aosta durante l’estate del 2018.
L’obiettivo di questo progetto è stato quello di capire e approfondire la conoscenza delle trasformazioni paesaggistiche in atto per mezzo di un importante strumento d’indagine e conoscenza qual é la fotografia.
‘La fotografia ferma il tempo’ e consente di avvicinare temi e problemi con un approccio lento di riflessione, di sguardi profondi e finalizzati e consente di dare, in questo caso, oggettività al risultato, seppure gli scatti siano certamente soggettivi. La fotografia quindi si trasforma anche in strumento artistico e di documentazione.
Le riprese fotografiche, presentate in occasione della mostra a complemento del convegno del Cnappc di Bard “Progettare il Paese, dare futuro alle città e ai territori dove viviamo” dei giorni 11 e 12 ottobre 2019, hanno avuto il compito di supportare la riflessione delle trasformazioni in atto sul territorio nazionale, sviluppata nel convegno, con un’analisi locale che ha mostrato i segni di un paesaggio compromesso in molte sue parti, laddove l’uomo non ha saputo concretamente coordinarne le componenti.
Il progetto ha indagato i territori dei comuni di Antey-Saint-André, NUOVI SCENARI ALPINI Luciano Bonetti Chamois Torgnon, La Magdeleine, Valtournenche, comuni della Valtournenche e appartenenti all’Unité des Communes Mont- Cervin (nuova dizione della Comunità Montana Monte Cervino), e Donnas comune della Valle centrale. Il progetto ha indagato tre fondamentali temi:
• Il fenomeno delle seconde case, impronte sul territorio e comunità
• Abitare la montagna, una riflessione sui luoghi fra percorsi nel tempo e nello spazio
• La meccanizzazione e il paesaggio artificiale.
Il percorso ha portato alla sintesi di 33 fotografie che rappresentano in larga misura quanto il paesaggio di questi territori sia compromesso dall’attività umana.
La Valtournenche presenta un territorio fatto di tanti piccoli villaggi adagiati lungo il profilo dei versanti, con comuni caratterizzati dai confini irregolari.
I villaggi convivono oggi con un’urbanizzazione di fine Novecento che ha prodotto nuove espansioni edilizie dai colori e dalle forme estranei all’ambiente e che hanno generato un carattere fortemente urbano soprattutto a Cervinia.
La forma urbana che caratterizza spesso la montagna arriva ad assumere forme grottesche: sovradimensionata, diventa gigantismo associato al fatto che i volumi risultano estranei al contesto sia nelle forme che nel rapporto dimensionale. Il paesaggio risulta così gravemente compromesso e gli interventi di rigenerazione possibili diventano molto complessi, articolati e onerosi: si è data immediata risposta a bisogni del momento, alle seconde case e al profitto senza porre la giusta e doverosa attenzione ai rapporti scalari fragili della montagna.
Dove i boschi hanno termine si aprono i pascoli e impattano gli impianti di risalita, i grandi tracciati delle piste da sci e l’infrastruttura necessaria all’innevamento artificiale: cannoni, bacini di raccolta dell’acqua, paline per gli allacci elettrici, reti di protezione.
La natura incontaminata, collegata nell’immaginario comune alla montagna, non esiste più: la montagna si realizza oggi in una serie infinita di percorsi, connessioni, segni, strisce, fasce, fratture e tagli.
È divenuto un luogo ludico dove tanti, troppi, elementi concorrono alla sola pratica dello sci e di attività estive, dimenticando la grande fragilità degli spazi aperti.
Gli aspetti fortemente agricoli di Donnas si scontrano oggi con una crescita urbana collegata all’industria e alle attività economiche che il fondovalle riesce a garantire dove però gli antichi terrazzamenti coltivati a vite sono gravemente insidiati da infrastrutture e da edifici non integrati, spesso episodici.
Ne risulta un paesaggio frammentato e frammentario dove le componenti storiche e sociali non si ricompongono e generano un degrado molto complesso. “Progettare il Paese, dare futuro alle città e ai territori dove viviamo” per la regione Valle d’Aosta – attraverso il senso riportato dalle descrizioni precedenti – possiamo concludere che significa anzitutto ripensare ai processi di selvaggio sfruttamento turistico, con maggiore attenzione alle trasformazioni, che devono garantire una corretta rigenerazione dei luoghi in intenso rapporto con l’ambiente naturale e con quello antropizzato.
Se in futuro gli impianti di risalita non potranno più essere utilizzati per le attività sportive, e con essi tutte le infrastrutture a loro legate, si dovrà avere la capacità di scoprire nuove vocazioni e nuovi interessi che permettano alle comunità un abitare carico di benessere, dove la rigenerazione passa attraverso la costituzione di servizi per attivare la permanenza nei territori e il presidio; la rigenerazione deve essere attuata con cuciture attente all’ambiente e al paesaggio.
Per il fondovalle è necessario ripensare al rapporto tra ‘città lineare’, che di fatto percorre con la sua struttura urbana tutto il fondovalle della regione, e il suo corretto rapporto con le preesistenze storiche, architettoniche e paesaggistiche, in un dialogo attento e rispettoso con le componenti industriali, le piccole attività artigianali, l’agricoltura, la residenza e i servizi.

Testo a cura dell’Ordine Architetti PPC della Valle d’Aosta con Urban Reports. Prologo della mostra “Attraverso le Alpi” a cura di Architetti Arco Alpino. Una riflessione multidisciplinare sul ruolo della fotografia come strumento di indagine del paesaggio contemporaneo

Luciano Bonetti
Luciano Bonetti
Nato nel 1962, si è laureato in architettura presso il Politecnico di Torino, attualmente Presidente dell’Ordine della Regione Autonoma Valle d’Aosta.
La meccanizzazione e il paesaggio artificiale, località Torgnon, 2018
Abitare la montagna, località Chamois, 2018