
Festa dell’Architetto 2018
Alessandra Ferrari
n.3 novembre/dicembre 2018
Una importante manifestazione del Consiglio Nazionale, la ‘Festa dell’architetto 2018’. Da alcuni anni l’attività culturale del Consiglio, sotto l’attenta regia di Alessandra Ferrari, trova nella Festa dell’architetto il momento pubblico più rappresentativo. L’ultima edizione, la sesta, tenuta a Venezia nella prestigiosa sede della Biennale – che ha visto la presenza di Dominique Perrault e del filosofo Raffaele Milani – è stata l’occasione per fare il punto sulla produzione architettonica espressa dal nostro Paese con i Premi 2018: Architetto Italiano e Giovane Talento
Quando il dipartimento che coordino ha iniziato a pensare al tema della Festa dell’Architetto 2018, è emerso chiaramente che andava privilegiato un approccio etico, meno corporativo e maggiormente rivolto alla collettività. Il luogo prescelto era Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, uno dei riferimenti più prestigiosi al mondo per l’architetto e l’architettura. Qui si è svolta, il 16 e il 17 novembre 2018, la 6ª edizione della Festa dell’Architetto, organizzata dal Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. L’etimo più antico del termine ‘festa’ deriva dal greco festiao che significa condivisione, accoglienza di comunione gioiosa. È esattamente il senso della Festa dell’Architetto: condividere una discussione su tematiche culturali, portandola all’attenzione del mondo politico e istituzionale, accendendo i riflettori sulle capacità dell’architetto italiano, premiando il merito di chi si impegna, con idee, coraggio e progetti, per il futuro dell’architettura. L’argomento dell’edizione 2018, scelto assieme al gruppo di lavoro, è stato una comunità per l’Architettura. Spesso sentiamo parlare di raccolte di firme, di marce organizzate con una ‘condivisione di sentimenti’, iniziative che hanno radunato persone mosse da un solo obiettivo. Queste azioni, che spesso sono indirizzate ‘contro’ qualcosa, una ferrovia, un gasdotto o una discarica, sono azioni che ‘dividono più che unire’ con l’aggravante che raramente obiettivi di questo tipo si concretizzano in un sentimento di responsabilità morale per il bene comune. Ci sono azioni molto più profonde che, invece, hanno lo scopo di rendere migliore lo spazio condiviso per il bene comune. Abitare il Paese: Città e territori del futuro prossimo è stato il titolo e il contenuto dell’VIII Congresso degli architetti italiani, svoltosi a Roma nel luglio del 2018, che ha aperto discussioni e confronti su quali siano i comportamenti da perseguire per abitare bene e vivere bene il futuro (tematiche, in verità, che sembrano suscitare scarso interesse nelle amministrazioni pubbliche oltre che nelle intenzioni del governo, leggendo le loro dichiarazioni). Avere uno spazio di vita migliore, architettura e paesaggi migliori, avere strumenti normativi per garantirli non è una rivendicazione di categoria ma la necessità di tutta la comunità: è stato proprio l’oggetto delle discussioni della Festa dell’Architetto 2018. Durante i dibattiti l’analisi delle caratteristiche comuni alle ‘Green Capitals’ ha evidenziato che innovazione e qualità degli spazi urbani e verdi sono elemento trainante della qualità del vivere la città. Zygmunt Bauman, celeberrimo filosofo polacco, in una pubblicazione del 1994 tratta, da un diverso punto di vista, queste stesse tematiche.
Bauman parla di frammentarietà delle nostre vite. Ritiene che le nostre case siano prigioni a prova di ladro nelle quali ci siamo rinchiusi, e che i nostri quartieri ci appaiano come giungle da guardare con timore in cui lo straniero è visto come un pericolo. Indica che al contrario dobbiamo tendere a una vita condivisa, fatta di relazioni sociali, in uno spazio ben strutturato attraverso un impegno comune; uno spazio in cui si condividono trasporti, scuole, ambulatori e mezzi di comunicazione. Una comunità per l’Architettura, è stata la discussione affrontata attraverso il confronto tra il punto di vista dell’architetto Dominique Perrault e del filosofo Raffaele Milani, che hanno interloquito sul senso della città e sull’importanza degli spazi di relazione, soprattutto pubblici. È risultata evidente la necessità di attenzione estrema che bisogna porre nella progettazione e realizzazione di questi spazi, poiché da essi dipende il formarsi o meno della nostra comunità, poiché il senso della città è proprio questo: stare insieme, avere spazi comuni in spazi condivisi. Bauman ribadisce che ci sono intricati ma intimi legami tra la vita familiare o individuale e la vita negli spazi pubblici, ribadendo quanto questi ultimi determinino la prima.
La comunità, quindi, si crea negli spazi pubblici: per il loro miglioramento e la loro tutela si devono investire grandi energie. La nostra discussione ci ha portato a esprimerci sull’importanza della trama degli spazi di condivisione pubblica per il mantenimento della memoria, per l’incontro tra persone, per l’inclusione sociale, dibattendo del fondamentale rapporto tra architettura e natura, della relazione tra spazio pubblico e infrastrutture, del contrappunto tra la velocità delle connessioni fisiche e la necessità di lentezza per le connessioni umane. Dominique Perrault ha evidenziato, riferendosi al progetto di piazza Garibaldi di Napoli, la necessità che l’architettura, attraverso i collegamenti, ricostruisca la geografia dei rapporti umani, idea supportata da Raffaele Milani che ha parlato di necessità di umanizzazione dello spazio, poiché lo spazio non è un concetto astratto, ma ha senso se riempito di vita.
Avere spazi pubblici adeguati è anche una questione di metodo. Perrault ha sottolineato che la Biblioteca di Francia esiste grazie a un fortunato connubio tra Stato e collettività, che esprime il delicato ma fondamentale rapporto col mondo politico, che ha fortemente voluto quel progetto urbano, commissionandolo dopo una procedura concorsuale. È stato inevitabile rilevare che la normalità di questa storia, risalente a quasi trent’anni fa, in Italia risulta essere una specie di racconto fantascientifico, poiché i lavori pubblici realizzati in seguito a procedura concorsuale da noi sono molto rari. Certamente, come ha confermato Perrault, la Legge per l’Architettura, che in Francia da 41 anni riconosce l’Architettura come Bene Comune, ha giovato alla nascita di una consapevolezza civile, ma, in assoluto ciò deriva, come ha confermato il filosofo Milani, dal fatto che c’è un rapporto diretto tra legge e comunità che parte da lontano: la città è un insieme di forme e istituzioni. “È l’idea di comunità, insieme al valore della virtù, che ci preme mettere in luce perché essa precisa proprio il costituirsi della città: gli uomini si riuniscono riconoscendosi attraverso la legge”.
La successiva consegna dei Premi 2018 ha confermato quanto affrontato nella discussione, poiché l’‘Architetto Italiano 2018’ è stato premiato grazie a un progetto pubblico, primo nella categoria delle opere in spazi aperti. Non da meno è stato il ‘Premio Giovane Talento’ che ha riconosciuto come vincitore un progetto di una installazione pubblica: uno spazio d’incontro/teatro/gioco costruito con materiale di riciclo che ha collettato la comunità in una piazza di fatto poco frequentata.
In conclusione è utile osservare che la Biblioteca di Francia di Dominique Perrault oggi, a distanza di trent’anni dalla sua progettazione, è ancora il perno di un quartiere che si è sviluppato grazie e attorno a essa: un quartiere animato e vivo di attività sociali e universitarie; il simbolo della cura della mente e della cura del territorio. È stato il tempo a dichiarare la sua riuscita, così come sarà il tempo a dire se i progetti premiati nel 2018 durante la Festa di Venezia hanno risolto, migliorato, favorito processi utili a tutta la collettività.
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Composizione della giuria
Dominique Perrault, presidente della giuria
Ilaria Marelli, docente di design del Politecnico di Milano
Emilio Caravatti, in rappresentanza dello studio omonimo e vincitore del ‘Premio Architetto Italiano 2017’
Elisabetta Gabrielli, vincitrice del ‘Premio Giovane Talento 2017’
Paolo Raffetto, presidente OAPPC di Genova
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PREMIO ARCHITETTO ITALIANO 2018
MAP studio
Francesco Magnani, Traudy Pelzel
Progetto Tramway Terminal
Luogo Venezia
Dalla relazione della giuria
Il Premio riconosce la capacità di operare in un contesto complesso, come quello di piazzale Roma a Venezia, con un linguaggio contemporaneo elegante e misurato che parla di ricerca tecnologica e studio del dettaglio. Il progetto apre una riflessione sull’importanza del progetto dello spazio pubblico che comprende anche la componente infrastrutturale. Una pubblica funzione diventa elemento di ordine, misura e orientamento dello spazio aperto. La considerazione che nella categoria Opere di restauro è arrivato terzo classificato e nella categoria Opere di allestimento è arrivato secondo, denota una capacità progettuale che va al di là della categoria di progetto nella quale lo studio opera.
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PREMIO GIOVANE TALENTO DELL’ARCHITETTURA 2018
ORIZZONTALE
Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo Progetto 8 1⁄2
Committente MAXXI
Luogo Roma
Dalla relazione della giuria
Il progetto consiste nella costruzione mobile di uno spazio pubblico. L’uso creativo di materiali poveri accentua la freschezza di un’architettura polifunzionale che dà vita a un luogo che è sia spazio di aggregazione sia di gioco. Il progetto complesso e maturo per linguaggio, forma e funzionalità, mette in luce la sensibilità dei giovani progettisti del collettivo Orizzontale alle tematiche degli spazi pubblici.
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PREMIO ARCHITETTO ITALIANO 2018 MENZIONATI
OPERE DI ALLESTIMENTO O DI INTERNI
Migliore+Servetto Architects
Ico Migliore, Mara Servetto
Progetto The perfect density Committente B&B Italia
Luogo Milano
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OPERE DI RESTAURO O RECUPERO
Bergmeisterwolf architekten
Gerd Bergmeister Michaela Wolf
Progetto Cantina hotel Pacherhof
Luogo Novacella-Varna, Bolzano
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OPERE DI NUOVA COSTRUZIONE
Gino Guarnieri, Roberto Mascazzini
Progetto Sei Case in linea
Luogo Sesto San Giovanni, Milano
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OPERE DI DESIGN
ARIS Architects
Alberto Corrado, Hani Chaouech, Francesca Zalla
Progetto Archetipo
Luogo Bergamo















