Ambiente energia e sostenibilità
arch. Alessandro Marata
Mentre in Europa le città sono tornate a crescere economicamente e demograficamente, la cronica assenza di un’agenda urbana nazionale e di una politica coordinata per la città impediscono al nostro Paese di fare altrettanto. Per questo è urgente porre di nuovo al centro delle politiche economiche il grande sistema dell’economia urbana
In Europa le costruzioni stanno avviando un processo di trasformazione e upgrading delle città, frutto di politiche nazionali, di visioni del futuro e di investimenti. Le costruzioni sono tornate a trainare l’economia europea. Nel 2017 sono infatti cresciute del 3,5% mentre il Pil in Europa è cresciuto poco sopra al 2%. Anche in Italia le costruzioni sembrano uscire molto timidamente dalla fase recessiva, ma non trainano l’economia, anzi sono il settore più debole dell’economia italiana.
La fase economica che stiamo attraversando è caratterizzata in Italia da una profonda crisi degli investimenti degli enti locali, anche nella manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente. ‘Le buche’ delle strade sono solo un sintomo di una situazione assai più complessa, che non si basa solo sulla grave mancanza di risorse, ma anche di attenzione agli elementi infrastrutturali.
Il crollo del ponte di Genova è solo un esempio eclatante di una situazione diffusamente critica. Bisogna quindi prendere consapevolezza che esiste un problema di gestione ed evoluzione dei singoli elementi che costituiscono il sistema delle nostre città e quello più complesso del nostro ecosistema umano. Trattando nello specifico il sistema infrastrutturale esiste il problema della ‘qualità delle infrastrutture esistenti’ e il problema della ‘innovazione delle infrastrutture esistenti’: il tutto si traduce nella necessità di un piano infrastrutturale del Paese che tenga conto dei due diversi aspetti caratterizzanti il problema.