Schizzo tribunale Parigi Renzo Piano

Tribunale di Giustizia di Parigi, RPBW

Testo di Giorgio Azzariti

n.3 novembre/dicembre 2018

Il Tribunale di Giustizia di Parigi, firmato Renzo Piano, simboleggia l’ambizione dello Stato di migliorare, rafforzare e cambiare la giustizia francese. Alle vieilles pierres dell’antico Palazzo dell’Ile de la Cité, contrappone una torre di 160 metri in cui prevalgono luce, trasparenza, chiarezza. Dal centro, si sposta al confine con la banlieue, iscrivendosi nel nuovo panorama urbano del Grand Paris.

Quella del nuovo Tribunale di Parigi è una storia articolata e ha modi molteplici per essere raccontata. Politica, economia, urbanistica e architettura si intrecciano e tutte quante insieme hanno avuto un ruolo cruciale nel portare a compimento quello che, a oggi, è il più grande concorso pubblico del ventunesimo secolo.

È una storia che rientra, innanzitutto, in quella più ampia del ‘Grand Paris’, l’imponente progetto inaugurato nel 2008 dall’allora presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, con l’obiettivo di far entrare Parigi e la sua periferia nel novero delle grandi metropoli contemporanee. 

Il Tribunale è l’edificio pubblico più imponente in quello che è stato spesso definito dalla stampa francese come il ‘cantiere del secolo’, volto allo sviluppo di una città moderna che colleghi la Parigi intra muros alle sue immediate agglomerazioni, correggendone le ineguaglianze territoriali e costruendo una città sostenibile. Ambiente, abitazioni, cultura, giustizia, lavoro, sport, trasporti: sono tutti aspetti che questo ambizioso progetto tiene insieme. 

È la storia del rapporto tra potere pubblico e privato, con i suoi molteplici chiaroscuri. L’edificio è infatti frutto di un partenariato tra lo Stato e l’azienda francese Bouygues Bâtiment Île-de-France con l’obiettivo di finanziare, costruire e gestire un colosso che la sola pubblica amministrazione non sarebbe riuscita a portare avanti. Nell’agosto del 2010, l’Établissement Public du Palais de Justice de Paris (EPPJP) – entità pubblica creata appositamente per il Tribunale di Parigi – dà vita a un concorso aperto per l’attribuzione del progetto. Il risultato della gara, svelato nel febbraio del 2012, è stato l’affidamento del progetto al consorzio guidato dalla Bouygues e all’architetto Renzo Piano. A fronte dell’enorme investimento, dall’aprile 2017 Bouygues dovrà amministrare e gestire il palazzo per 27 anni, ricevendo in cambio un contributo mensile da parte dello Stato francese. Quella del Tribunale di Parigi sarebbe dunque, forse, anche la storia dell’ambiguità dei Partenariati Pubblico-Privati (PPP), capaci di consentire allo Stato di attrarre maggiori risorse di investimento e competenze non disponibili al suo interno, il cui debito verrà però pagato dalle generazioni e amministrazioni politiche successive. In questo caso, 86 milioni di euro all’anno sino al 2044.  

Sicuramente è la dimostrazione, qualora ce ne fosse stato bisogno, dell’incredibile lavoro svolto dagli architetti del Renzo Piano Building Workshop, in grado di confrontarsi con un progetto estremamente complicato e rischioso. In 18 mesi – dall’apertura del concorso nel 2010 alla decretazione del vincitore nel 2012 – lo studio ha dovuto concepire sino al dettaglio un progetto di oltre 2,3 miliardi di euro, sintetizzandone ogni aspetto in sole venti immagini finali e un filmato. Dal febbraio del 2012 in poi, qualsiasi errore, qualsiasi cambiamento, qualsiasi ritardo, qualsiasi ripensamento sarebbe stato calcolato in penali da milioni di euro. L’estrema coscienza costruttiva, vedi la cultura della costruzione, dello studio di Renzo Piano si è rivelata fondamentale nel confrontarsi con il secondo edificio più alto di Parigi dopo la Torre Montparnasse. 

È, infine, la storia della politica francese e dell’evoluzione della giustizia in Francia. Il Tribunale simboleggia l’aspirazione dello Stato di migliorare, rafforzare e cambiare la giustizia francese.  

La necessità di ottimizzare le condizioni di lavoro dei magistrati e quella di raggruppare le diverse giurisdizioni all’interno di un unico edificio sorgono oltre vent’anni fa, in un piano generale del 1997. La storia del Tribunale attraversa dunque i diversi mandati politici di Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy, François Hollande ed Emmanuel Macron. L’alternanza tra socialisti e repubblicani è stata caratterizzata da una comune volontà di chiudere il concorso, sebbene ci siano stati cambiamenti anche radicali inerenti, per esempio, al luogo dove il tribunale sarebbe dovuto sorgere: è solo nel 2009 che Sarkozy decreta come sito il 17° arrondissement, nell’area di Clichy-Batignolles, anziché quello scelto precedentemente delle antiche Halles Fressinet, di fronte alla Bibliothèque nationale de France. 

Il Tribunale si colloca dunque all’interno della Zac Clichy-Batignolles, un progetto di sviluppo urbano di oltre 50 ettari a nord-ovest del 17° arrondissement di Parigi, sulla vasta linea ferroviaria di proprietà delle ferrovie di Stato. Il progetto di questa porzione di città si configura attorno al nuovo parco Martin Luther King, il più grande spazio verde del nord-ovest parigino nei pressi del quale si dispongono abitazioni, uffici, negozi e un nuovo polo culturale legato al mondo dello spettacolo: gli antichi edifici dell’Opera Garnier ospiteranno la nuova sede della Comédie Française, mentre già oggi è in funzione un distaccamento del teatro Odéon. L’arrivo di nuove linee tramviarie e metropolitane renderanno la zona uno dei poli più importanti della nuova Parigi. In quella che possiamo dunque facilmente definire una rivoluzione in atto nel quartiere, il Tribunale simboleggia l’ambizione del nuovo tessuto urbano. Questo si ordina parallelamente alla continuazione della diagonale indicata dal parco – con le facciate minori disposte lungo l’asse nord-sud – continuando la direttrice preesistente, enfatizzando il rapporto con il parco e diminuendo l’impatto termico. 

Incamminandosi lungo questa direttrice e procedendo verso il Tribunale, l’edificio si mostra inizialmente – nel fronte rivolto a sud – secondo una forma quasi bidimensionale: due rettangoli sovrapposti, ruotati di novanta gradi. È solo lambendo l’edificio, uscendo dunque dal parco e continuando lungo la strada alberata che lo unisce alla nuova sede della giustizia francese, che questo si rivela nella sua tridimensionalità. Quattro parallelepipedi di diverse proporzioni si accumulano l’uno sull’altro: alla base, uno zoccolo di sei piani comprende tutte le funzioni pubbliche; al di sopra, la torre, composta da tre volumi sovrapposti la cui lunghezza si riduce salendo in altezza e lasciando spazio a generosi giardini pensili (dove si trovano piantati oltre 400 alberi, alcuni dei quali dagli oltre 15 metri di altezza), ospita i diversi uffici amministrativi e la sede dei magistrati. Questa, larga appena 20 metri, consente dal suo interno una vista sull’intera città di Parigi. 

Lungo la quasi totalità dell’edificio si sovrappone una seconda facciata trasparente, in grado di ridurre il bilancio energetico, di far entrare una luce filtrata e – staccandosi lateralmente rispetto alle elevazioni retrostanti – rompere quella che sarebbe stata altrimenti una stereometria quasi assoluta. 

Il dinamismo dettato dal distacco tra le due facciate è ulteriormente accentuato dall’ascensore panoramico e dai balconi posti lungo i fronti longitudinali, che ne riducono l’estensione. 

I pannelli fotovoltaici hanno anch’essi una funzione analoga e un carattere quasi simbolico, considerando che coprono meno del 2% del consumo energetico dell’edificio, riscaldato da una stazione geotermica che si trova nelle circostanze. Avanzando verso l’entrata principale, costeggiando la Maison des Avocats anch’essa concepita da Renzo Piano Building Workshop – attualmente in costruzione e che dialogherà fortemente, in termini di linguaggio architettonico e funzione, con il Tribunale – si intuiscono già dall’esterno gli elementi attraverso i quali l’edificio cerca di instaurare un serrato dialogo con il contesto: trasparenza, luce, materiali. 

Lo zoccolo pubblico ha un’altezza analoga a quella degli isolati urbani circostanti, presentandosi dunque come una città bassa aperta al pubblico. Simbolicamente, l’ingresso non è posto sopra alti gradini, bensì al livello della strada, affacciandosi su un parvis pubblico, un sagrato laico posto tra il Boulevard Périphérique e la Porte de Clichy. 

Il vetro ha una colorazione neutra con un elevato gradiente di riflessione; la facciata cambia dunque continuamente il proprio aspetto a seconda dell’ora e delle condizioni atmosferiche. Da fuori, lo sguardo si perde tra il riflesso di quanto accade alle proprie spalle e la trasparenza che permette di intravedere quanto avviene all’interno; dei pannelli lignei, al secondo e quarto livello dello zoccolo, rivelano il posizionamento delle sale d’udienza. Entrando, si procede in un ambiente estremamente chiaro, disegnato per ispirare la massima serenità a chi vi lavora o è chiamato in udienza. La circolazione è funzionale e chiara: al centro l’atrio centrale e pubblico (la Sala dei Passi Perduti), tutt’intorno le sale d’udienza. I materiali sono sobri: oltre al vetro, prevalgono cemento e acciaio di colore bianco e un caldo legno di faggio. Ogni ornamento superfluo è evitato; l’unico elemento simbolico è quello della bilancia, visibile nelle sole sale d’udienza. Dappertutto, troviamo scritte che rimandano alla Carta dei Diritti dell’Uomo della Rivoluzione Francese e a quella Europea del 1948. Ogni ambiente è inondato di luce, con l’atrio centrale che la riceve non solo lateralmente ma anche dall’alto, grazie alle molteplici aperture che sfociano nel giardino pensile soprastante. 

La sensazione di eterea serenità è ulteriormente suggerita dalla moltitudine di lampade a diverse altezze. 

Dall’interno dell’edificio, la nozione principale sulla quale questo si basa – quella della trasparenza – si rivela nella sua molteplicità: fisica (la luce naturale), visiva (il rapporto tra l’interno e il contesto esterno), simbolica (permette, dall’esterno, di osservare là dove la giustizia si compie).

Alle vieilles pierres dell’antico Palazzo dell’Île de la Cité, il nuovo Tribunale di Giustizia contrappone luce, trasparenza e chiarezza. Negli anni Settanta, poco dopo la costruzione dell’imponente Torre Montparnasse, si sosteneva come questa offrisse la migliore vista sulla città in quanto permettesse di non scorgere il nero profilo della torre stessa. Salendo oggi sulla Tour Eiffel, con il sole alle spalle che si diffonde sulla pietra di taglio della città sottostante, Parigi è bianca.

Guardando verso nord-ovest, il cielo si riflette sulla facciata del Tribunale e gran parte dell’edificio si mimetizza con il contesto. Ciò che rimane è il bianco del cemento e dell’acciaio, il bianco di Parigi.

Crediti
Localizzazione
Parigi, Francia
Progetto
Renzo Piano – Renzo Piano Building Workshop
Cliente
Établissement Public du Palais de Justice de Paris + Bouygues Bâtiment
Gruppo di progetto
B.Plattner (partner), S.Giorgio-Marrano, J.B.Mothes, D.Rat (associati), G.Chung, S.Cloarec, B.Granet, A.Greig, C.Guézet, A.Karcher, M.Sismondini con N.Aureau, G.Avventi, A.Belvedere (partner), A.Bercier, F.Bolle, L.Bot, A.Boucsein, N.Byrelid, J.Chevreux, S.Crabot, J.Franco, N.Grawitz, B.Guimaraes, V.Houeiss, N.Maes, J.Sobreiro, S.Stevens, M.van der Staay and T.Heltzel, M.Matthews; O.Aubert, C.Colson, Y.Kyrkos, Y.Chaplain (modelli)
Consulenze
SETEC Bâtiment, Berim (MEP); SETEC TPI (struttura); ELAN (sostenibilità); RFR (facciate); Movveo (trasporto verticale); Lamoureux (acustica); M.Harlé/J.Cottencin (segnaletica); Cosil Peutz (illuminazione); C.Guinaudeau, AIA Ingénierie (piantumazione); Majorelle (architettura d’interni); Ecotec (consulente per le specifiche); Studio Akkerhuis (architetto di consulenza)
Superficie
120 000 m²
Fase di progetto e costruzione
2010-2017
Schizzo tribunale Parigi Renzo Piano
Tribunale Parigi Tour Eiffel Renzo Piano
Tribunale visto dal Boulevard Périphérique Renzo Piano
Tribunale Parigi da nord-est
Tribunale dal Cimetière des Batignolles
Schizzo Tribunale Parigi Renzo Piano
Planivolumetrico Tribunale Parigi Renzo Piano
Piante Tribunale Parigi Renzo Piano
Pannelli fotovoltaici Tribunale Parigi Renzo Piano
Facciata pannelli Tribunale Parigi Renzo Piano
Tribunale Parigi Avenue de la Porte de Clichy Renzo Piano
Tribunale Parigi da parco Martin Luther King Renzo Piano
Sezione Tribunale Parigi Renzo Piano
Atrio Tribunale Parigi Renzo Piano
Dettaglio atrio Tribunale Parigi Renzo Piano
Sezione Tribunale Parigi Renzo Piano
Ingresso Tribunale Parigi Renzo Piano
Spazi comuni Tribunale Parigi Renzo Piano
Sezione Tribunale Parigi Renzo Piano
Auditorium Tribunale Parigi Renzo Piano
Sala Tribunale Parigi Renzo Piano
Atrio centrale Tribunale Parigi Renzo Piano
Biblioteca Tribunale Parigi Renzo Piano
Sala Tribunale Parigi Renzo Piano
Atrio dall’alto Tribunale Parigi Renzo Piano