Lezione asilo Sant’Elia Como

La mia visita e i miei ricordi

Testo di Ruggero Tropeano

n.2 settembre/ottobre 2018

Il ritrovamento di alcuni dei pezzi d’arredo originali per l’asilo Sant’Elia disegnati da Giuseppe Terragni negli anni Trenta, è oggetto di una esposizione permanente ospitata presso il piano nobiliare della Pinacoteca Civica di Como. Abbiamo chiesto all’architetto Ruggero Tropeano di raccontarci le sue impressioni sulla mostra.

Arrivo alla pinacoteca di Como in anticipo programmato, ho un appuntamento con Roberta Lietti e Paolo Brambilla che hanno curato la mostra. Entrando, mentre acquisto il biglietto di ingresso, vengo accolto da voci di bambini e mi chiedo se stanno giocando nella corte. Salgo le scale fino al secondo piano, interessato a dare uno sguardo alle raccolte del Novecento, agli astrattisti del gruppo di Como. Il primo impatto con la mostra è nella loggia del primo piano, arredata con dieci file di tavolini e seggiole dell’asilo Sant’Elia, riconosciuti subito grazie al fatto che avevo acquistato per i miei figli una riedizione degli anni Novanta1. La tavola introduttiva mostra l’asilo in una grandiosa foto storica presa dall’alto con un contesto tradizionale. Proseguo, visito il Novecento e gli astrattisti e scendo le scale. Le voci giocose e gioiose continuano, la corte è vuota e quando incontro i curatori mi spiegano l’allestimento sonoro della mostra, sono registrazioni di una giornata odierna all’asilo, ora come allora la vitalità dell’infanzia fa parte del contesto spaziale. Mi spiegano che anche la foto mostra un particolare momento, negli spazi esterni dell’asilo il gioco dei bambini viene inquadrato dalla funzionalità dell’architettura, il fronte strada fa muovere i passanti come pedine davanti a un grande sipario. Entrando nella prima stanza il concetto dell’allestimento si spiega da solo, una parete illuminante con due gigantografie di foto storiche e su uno zoccolino con cornice in legno e pavimento di linoleum azzurro le sedie esposte. Seguono nelle prossime sale l’allestimento con i mobili dell’infermeria, praticamente allo stato originale, e i mobili degli spogliatoi, un ‘cassettone’ per le stoviglie della zona refettorio, e un ciclo-cavallino in tubolare.

Qui vengo istruito su un particolare importante che riguarda la policromia dell’opera di Terragni, su questi due mobili sono rese visibili da piccole biopsie le differenti stratificazioni dei colori applicati. Alle pareti degli spazi sono esposte fotografie storiche, in una vetrina orizzontale vari documenti e pubblicazioni originali, un ripiano nella stanza dell’infermeria mostra le differenti tipologie strutturali delle seggioline, l’elasticità singola dello schienale, la doppia seduta e schienale della Lariana e il modello rigido.

Ripassando l’esposizione e nella sua semplicità lo squisito allestimento si apre il libro dei ricordi: l’incontro con Emilio Terragni, alla sua memoria è dedicata la mostra. Eravamo a Eindhoven, nel primo congresso Docomomo2 , Emilio presenta il restauro dell’asilo Sant’Elia nel gruppo dei casi studio, noi il restauro delle case espositive alla Wasserwerkstrasse di Zurigo, nasce un proficuo scambio di esperienze che continueranno anche con Elisabetta ed Emilia, le sue figlie.

A fine anni Novanta con Alberto Bassi cura la mostra ‘Columbus, il mobile metallico tra Italia e Svizzera’ alla Galleria del Gottardo di Lugano con la pubblicazione di Flessibili splendori, i mobili in tubolare metallico, il caso Columbus, a cura di Anty Pansera con Alberto Bassi e Tiziana Occleppo3. È un’occasione per approfondire le ricerche nell’archivio Columbus e in una torrida giornata di agosto i due curatori della mostra visitano i capannoni abbandonati della Columbus anteguerra, occupati dai senzatetto. Su un tavolo dell’officina una prima scoperta, le copie eliografiche dei disegni dello studio Terragni della Lariana e della Benita con le correzioni di pugno in rosso. Vagando per le officine il ricordo di scaffali con strutture in stato grezzo per le seggioline del Sant’Elia e di una seduta in compensato anatomicamente formato di importazione dall’Estonia della ditta Luterma. Purtroppo ai due curatori è stato possibile salvare solo i piani: mesi dopo le fiamme divorano le officine. Ricordando questo triste destino si devono ammirare tutti gli sforzi che vengono compiuti per assicurare la memoria materiale dell’asilo Sant’Elia, per preservare la funzionalità originale degli spazi e degli arredi che hanno dimostrato oramai per diverse generazioni la loro attualità progettuale. Un primo importante passo è fatto con questa esposizione che mostra il disegno integrale con preziosa modestia.

1. Ditta Atelier di Mariano Comense, aveva anche riproposto un mobile bar di Alfred Roth in tubolare d’acciaio

2. International Working-party for Documentation and Conservation of Buildings, Sites and Neighbourhoods of  the Modern Movement, First International Conference, 12-15 settembre 1990

3. Electa 1998

Crediti
Oggetto
Giuseppe Terragni per i bambini: l’asilo Sant’Elia
Curatori
Paolo Brambilla e Roberta Lietti
Catalogo
A.G. Bellavite
Date
07.06.2018 – 06.01.2019
Sede
Pinacoteca civica di Como
Lezione asilo Sant’Elia Como
Giuseppe Terragni e il figlio Emilio
Asilo Sant’Elia Como oggi
Teca mostra Terragni Coma
Arredi Colombus
Sedie e seggioline Columbus
Loggia pinacoteca Como asilo Sant’Elia
Allestimento mostra Terragni Como
Allestimento mostra Terragni Como
Allestimento mostra Terragni Como
Mobile refettorio mostra Terragni Como
Cavvalluccio Terragni Como