Christopher Nolan, John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki: bastano questi nomi per evocare un film che non si dimentica, Tenet, ancora fino al 17 giugno su Netflix. L’opera più ambiziosa e criptica del regista britannico lascerà presto il catalogo.
Tenet non è solo un film da guardare: è un’esperienza che ti scardina. In un presente che si piega sul futuro, un agente segreto viene coinvolto in una missione senza precedenti. È chiamato a evitare la fine del mondo. Ma non lo fa con le armi. Lo fa invertendo il tempo. Il protagonista – interpretato con magnetismo da John David Washington – affronta l’impossibile. Supera un test estremo di fedeltà. Viene reclutato da un’organizzazione misteriosa: Tenet.
Insieme all’enigmatico Neil (Robert Pattinson), attraversa mondi ribaltati, dove l’entropia si inverte e gli oggetti si muovono al contrario. Il tempo non è più lineare. Causa ed effetto si confondono. Il nemico? Un oligarca russo, Andrei Sator (Kenneth Branagh), spietato e pronto a trascinare il pianeta nella Terza Guerra Mondiale. La sua arma non è una bomba, ma una tecnologia che riscrive il tempo.
Al centro, una donna in gabbia: Kat, interpretata da Elizabeth Debicki. È madre, moglie e prigioniera. Ma trova nel tempo la sua rivincita. Intorno a loro, un cast internazionale: Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Michael Caine, Clémence Poésy, Himesh Patel.
Tenet è stato girato in sette paesi. Anche in Italia. La Costiera Amalfitana, nel film, si trasforma nel Vietnam. Nolan non lascia nulla al caso. La scena dell’aereo che esplode? È reale. La produzione ha comprato un Boeing 747 e l’ha schiantato davvero. Niente CGI. Il titolo stesso è un palindromo. Come lo sono i nomi Sator, Arepo, Tenet: un riferimento al celebre Quadrato del Sator, simbolo di ciclicità e simmetria. Questo film è uscito nel 2020. In piena pandemia. È stato il primo kolossal a tornare nelle sale. È diventato il simbolo della rinascita del cinema.

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Tenet ha ricevuto l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali. E il BAFTA per gli effetti visivi. Ha ottenuto nomination anche per scenografia e colonna sonora. Dietro le musiche, il talento visionario di Ludwig Göransson. I suoi suoni vibrano e dilatano il tempo, proprio come fa la storia. Nolan ha pensato a Tenet per vent’anni. Ha iniziato a scrivere nel 2014. Durante le riprese, la segretezza era assoluta. Michael Caine ha letto solo le sue scene. Nessuno conosceva la trama completa.
Il film è un’esperienza mentale. Ha diviso la critica. Ha spiazzato il pubblico. Ma ha anche segnato un nuovo standard per il cinema d’azione. Non ha generato cloni. Non ha ispirato parodie. Ma ha lasciato il segno. Ha dimostrato che si può fare blockbuster con intelligenza e audacia, ha rivalutato l’uso di tecniche pratiche. Ha riportato in primo piano l’artigianalità, in un’epoca dominata dagli effetti digitali.
Il pubblico? Diviso, sì. Ma chi lo ama, lo difende con passione. Perché Tenet non si capisce: si vive. E poi si rivede. Più volte. Sempre con nuovi occhi. Sta per lasciare Netflix. Se non l’hai visto, fallo subito. Se l’hai visto, riguardalo. C’è sempre qualcosa che ti è sfuggito. Spiazzante, visionario, monumentale. Tenet è una corsa a ritroso che lascia il segno. E ora sta per sparire.