Stasera in tv alle 21:20 su Cielo (canale 26), torna in tv un film capace di spaccare lo stomaco e accendere coscienze: Brimstone, opera visionaria e brutale di Martin Koolhoven.
Con Dakota Fanning, Guy Pearce, Kit Harington, Emilia Jones e Carice van Houten, Brimstone non è un western qualunque. È un incubo a cielo aperto. Un dramma psicologico. Una fuga continua. Un grido che viene dal silenzio. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, ha ricevuto standing ovation e critiche feroci. Un film divisivo. Crudo. Estremo. Ma anche coraggioso, potente, necessario.
La protagonista è Liz, una levatrice muta, che vive nel selvaggio West con il marito Eli e due figli. Il suo passato è sepolto, la sua voce assente. Ma quando arriva un nuovo reverendo, tutto cambia. Lo conosce. Lo teme. È suo padre. Inizia così un viaggio in quattro capitoli – Genesi, Esodo, Rivelazione, Castigo – dove la linea temporale si spezza e la narrazione si frammenta come l’anima della protagonista.
Brimstone è un racconto di fanatismo religioso, violenza patriarcale, identità negate. Ma anche di resistenza, fuga, ricostruzione. Liz, che in realtà si chiama Joanna, è sopravvissuta agli abusi del padre. Si è tagliata la lingua. Ha cambiato volto. Ma lui l’ha seguita ovunque. Guy Pearce interpreta uno dei villain più disturbanti del cinema recente. La sua voce è lenta, il suo sguardo glaciale. Un predicatore armato di Bibbia e fucile, che giudica in nome di Dio e uccide in nome del sangue. La recitazione di Dakota Fanning è straordinaria. Non parla mai. Eppure dice tutto. Il linguaggio dei segni, gli occhi, i gesti. Ogni sua espressione pesa più di cento dialoghi.

Stasera in tv un western senza eroi, una tragedia raccontata al contrario
Brimstone è stato girato tra Germania, Ungheria, Austria e Spagna per ricreare un West inospitale e metafisico. Il paesaggio non consola. Opprime. Ogni luogo è minaccia. Ogni volto può tradire. Il cast include anche Paul Anderson (proprietario del bordello), Carla Juri (Elizabeth Brundy), William Houston (Eli), Ivy George (Sam) e altri attori in ruoli intensi e dolorosi.
Brimstone ha vinto numerosi premi ai Golden Calf, tra cui Miglior Film, Regia, Fotografia e Colonna Sonora. Ha ricevuto una nomination al Saturn Award come Miglior Film Internazionale e il premio europeo per trucco e acconciatura. Inizialmente, il progetto doveva coinvolgere Robert Pattinson e Mia Wasikowska, ma entrambi hanno lasciato. Pattinson ha poi dichiarato di essersi pentito. Il destino di questo film sembrava già scritto nel fuoco.
La struttura non lineare della narrazione è stata pensata per aumentare il senso di inquietudine. Ogni salto temporale è un pugno. Ogni rivelazione toglie fiato. Brimstone ha lasciato il segno. Ha acceso dibattiti. Ha scioccato molti. Ma ha anche indicato una nuova via: raccontare il western dal punto di vista delle donne. Con coraggio. Con rabbia e verità.
In un genere dominato da uomini armati e vendette eroiche, questa è la storia di una fuga che diventa sopravvivenza. Di un trauma che diventa testimonianza. Di una madre che sceglie il silenzio per proteggere sua figlia. Alla fine, Joanna si sacrifica. Non si arrende. Non lascia che la sua storia venga cancellata. È Sam, la figlia, a portarne il ricordo. A continuare il racconto. A tramandare la verità. Stasera in tv, su Cielo, non va in onda un film. Va in onda una cicatrice. Una messa laica. Un racconto che fa tremare le mani. E che, forse, non si dimentica più.