Il film queer che devi vedere a giugno: perché La Favorita è un capolavoro assoluto del cinema pride.
Certe storie non si dimenticano. Non per la trama, non per l’ambientazione, non per i costumi. Ma per come ti si infilano sotto pelle. La Favorita fa proprio questo. Ti sussurra qualcosa di feroce e seducente all’orecchio, e poi ti lascia in silenzio, con gli occhi lucidi. È cinema queer, ma anche teatro dell’anima, è gioco di potere, ma anche fame d’amore. È un film storico, certo, ma è soprattutto una ferita ancora aperta.

Diretto da Yorgos Lanthimos, La Favorita (The Favourite) non è il solito dramma in costume da domenica pomeriggio. È una macchina perfetta dove tutto, dalla fotografia alle scenografie, dalla regia all’uso della musica, serve a mettere in scena un triangolo amoroso tra donne che parla di oggi, anche se siamo nella corte inglese del XVIII secolo. Olivia Colman è una regina Anna che si regge in piedi solo per farsi amare. Rachel Weisz è Lady Sarah, fredda e brillante, capace di governare meglio di chiunque. Emma Stone è Abigail, scaltra, arrampicatrice sociale ma mai davvero cattiva. Sono tre donne che si divorano l’una con l’altra. E tu, spettatore, non puoi che restare incollato, scomodo e innamorato.
Cinema Pride: La Favorita è tra i migliori film Queer del secolo
La forza di questo film non sta solo nell’interpretazione magistrale del suo cast. Colman ha vinto l’Oscar, ma tutte e tre meritavano la statuetta. Sta soprattutto nella rappresentazione autentica e potente di una relazione lesbica mai caricaturale, mai decorativa. Le pulsioni queer non sono il contorno, sono il centro. L’eros tra donne non viene nascosto o sussurrato: viene messo in scena con grazia e crudeltà, con desiderio e ferocia, con tutta la complessità che merita. Ecco perché La Favorita è molto più che un film ben fatto. È una dichiarazione. È un film dove l’identità queer non viene giustificata, spiegata, usata come chiave di lettura. Esiste e basta. Vive nel potere che si scambia sotto le lenzuola, nelle carezze che diventano armi, nei baci che valgono più di mille guerre.
Durante il mese del Pride, quando il cinema LGBTQIA+ viene riscoperto, rivisto, riabbracciato, La Favorita su Disney+ diventa un passaggio obbligato. È una visione che non conforta: turba. Ma è proprio lì che sta la sua grandezza. Perché racconta quanto può essere violento amare chi non si può possedere. Quanto è difficile essere desiderati per quello che si è davvero, non per ciò che si rappresenta. Non sorprende che abbia incantato la critica internazionale, portandosi a casa dieci nomination agli Oscar e premi ovunque, da Venezia ai BAFTA. Ma La Favorita non è solo cinema d’autore: è una delle rappresentazioni più brillanti e dolorose dell’identità queer mai viste su schermo. E nel 2025, questa verità ha ancora più peso. Se ami il cinema, se ami le storie vere, anche quando sono travestite da fiabe regali, questo è il film che devi rivedere. O vedere per la prima volta. Poi magari ne parli con gli amici. O magari no. Perché certe emozioni non si spiegano. Si portano dentro.