Netflix rilancia una perla dimenticata del cinema americano con Angelina Jolie che sfida il destino: fascino esistenziale

Angelina Jolie su Netflix in un ruolo che pochi ricordano ma che molti potrebbero amare oggi. Capelli biondo platino, tailleur impeccabili e un sorriso forzato che nasconde un vuoto. È così che la vediamo in Una vita quasi perfetta (Life or Something Like It), la commedia romantica diretta da Stephen Herek. Un film del 2002 che, a sorpresa, parla anche del 2025.

Lanie Kerrigan è una giornalista brillante, ambiziosa, sicura di sé. Vive a Seattle, ha un fidanzato sportivo da copertina, una carriera televisiva in ascesa e un appartamento da sogno. Tutto sembra perfetto. Finché non incontra Jack, un senzatetto che predice il futuro. Le dice che morirà tra pochi giorni. E che la sua vita non ha alcun senso. Non è un thriller, non è un dramma. È una commedia sulla crisi esistenziale. Un film che prende la leggerezza del genere e la porta dove fa più male: nelle certezze quotidiane.

Edward Burns è Pete, il cameraman che accompagna Lanie e che da figura di sfondo diventa colonna emotiva. C’è anche Tony Shalhoub nei panni del veggente Jack. E poi Stockard Channing, Christian Kane, Melissa Errico e persino Jesse James Rutherford nel ruolo del figlio di Pete. La Jolie sorride, corre sotto la pioggia, canta (I Can’t Get No) Satisfaction con un gruppo di scioperanti. Ma dietro ogni gesto c’è il timore che tutto possa finire. Ed è lì che il film colpisce.

Netflix
Angelina Jolie in Una vita quasi perfetta su Netflix

Netflix, una bionda fuori dagli schemi che cerca la verità

All’epoca, la critica fu spietata. Jolie venne candidata ai Razzie Awards come peggior attrice protagonista. Il film non vinse nulla. Nessun premio, nessun impatto duraturo. Eppure oggi, tra burnout, vite social costruite e bisogno di rallentare, Una vita quasi perfetta torna a parlare forte. Con parole semplici, ma vere. La regia è classica, lineare. Ma è la sceneggiatura a nascondere i suoi colpi migliori. Perché dietro ogni battuta leggera, c’è una domanda seria: stiamo vivendo davvero, o solo recitando una parte? Nel film compaiono veri giornalisti locali di Seattle, usati come comparse. La scena con la canzone dei Rolling Stones è ancora oggi citata come una delle più riuscite.

Christian Kane canta anche un suo brano, Sweet Carolina Rain, che dona al film un tocco intimo. Esistono due versioni del film: una da 103 minuti e una versione estesa argentina da 105 minuti. Il doppiaggio italiano ha una storia curiosa. La prima versione fu affidata a Mario Cordova, ma per la televisione venne poi ridoppiata da attori italoamericani negli Stati Uniti.

Una vita quasi perfetta non ha cambiato il corso del cinema. Non ha influenzato la commedia romantica. Non ha generato sequel, remake o imitazioni. Ma ha lasciato una traccia silenziosa in chi lo ha visto senza aspettative. Perché in fondo, non sempre serve un capolavoro per emozionare. A volte basta una domanda, un dubbio, una profezia improvvisa. Ed è proprio questo il cuore del film. Lanie, che insegue il successo, scopre la bellezza dell’imperfezione. Impara che perdere il controllo non significa fallire. Significa tornare umani.

Netflix lo propone di nuovo in un periodo in cui molti cercano conferme, risposte, conforto. E questa commedia apparentemente leggera offre tutto questo, ma senza urlarlo. Angelina Jolie, fuori dai suoi ruoli più cupi e d’azione, dimostra qui un lato vulnerabile e accessibile. Non perfetta, non divina. Quasi perfetta, appunto. Se ti sei mai chiesto cosa accadrebbe se il tuo mondo si sgretolasse in una settimana, questo film è per te. Non cercare l’originalità a tutti i costi. A volte, la verità è nascosta in una commedia dimenticata del 2002.

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