Alessandro Gassmann torna al cinema e si supera: ruolo che entra nell'anima

Alessandro Gassmann conquista con Mani nude: un ruolo potente che mostra il lato più umano del male.

Oggi su Instagram, Alessandro Gassmann ha condiviso alcuni scatti dalla conferenza stampa di Mani nude, il nuovo film drammatico diretto da Mauro Mancini. Con lui anche i co-protagonisti del cast, tra cui spicca Francesco Gheghi, reduce dal successo di Familia, uno dei titoli più acclamati del 2024. Ma oltre le luci dei riflettori, c’è una storia intensa e disturbante che il grande schermo porta in scena con crudezza e profondità. Mani nude non è solo un film, è un viaggio nella parte più oscura della psiche umana, un racconto di redenzione, di colpa e sopravvivenza.

alessandro gassmann
Dal profilo Instagram di Alessandro Gassmann: Mani Nude al cinema dal 5 giugno

Nel film, Alessandro Gassmann interpreta Minuto, una figura che incarna perfettamente l’ambiguità del male. Ex combattente, oggi carceriere e allenatore di uomini costretti a lottare nei sotterranei di un’organizzazione criminale, Minuto appare inizialmente come una presenza fredda e implacabile. Ma dietro quella corazza, c’è un’anima ferita. Non è il classico villain: Gassmann dà vita a un “gigante dolente”, un uomo che porta il peso del proprio passato come una condanna quotidiana. La sua interpretazione si muove tra sguardi silenziosi e gesti carichi di tensione, un mix che trasforma Minuto da semplice antagonista a uno dei personaggi più stratificati e umani del film.

Il legame con Davide: tra prigionia e redenzione nel nuovo film con Alessandro Gassmann

A rendere ancora più potente la performance di Gassmann è il rapporto che il suo personaggio instaura con Davide, interpretato da un sorprendente Francesco Gheghi. Davide è un ragazzo di buona famiglia, rapito e gettato nell’inferno dei combattimenti clandestini. La sua lotta non è solo fisica, ma anche interiore: deve sopravvivere senza perdere sé stesso. Minuto diventa per Davide un nemico, poi una guida, infine qualcosa di più complesso. Il loro legame evolve scena dopo scena, passando da una dinamica di potere a una connessione profonda, fatta di silenzi e scelte difficili. È in questo rapporto che il film trova il suo cuore pulsante. Il 2024 ha visto Francesco Gheghi brillare in Familia, dove ha incantato critica e pubblico con una prova attoriale matura e viscerale. In Mani nude alza ulteriormente l’asticella, offrendo un’interpretazione cruda e autentica. Il suo Davide è credibile in ogni esitazione, in ogni ferita, in ogni atto di ribellione.

Gheghi non recita, vive il personaggio. Il suo confronto con Gassmann, sullo schermo, è pura tensione emotiva. I due creano una dinamica che tiene lo spettatore incollato alla sedia, fino all’ultima scena. Tratto dal romanzo di Paola Barbato, il film affronta tematiche forti: la violenza, la brutalità dell’essere umano, il confine tra vittima e carnefice. Mauro Mancini, già noto per il suo sguardo profondo e asciutto, dirige con mano sicura un’opera che non concede scorciatoie emotive. Il film alterna momenti di tensione estrema a sequenze più intime e riflessive, restituendo un ritratto sincero e doloroso della sopravvivenza. La fotografia cupa e l’uso del silenzio amplificano il senso di claustrofobia e isolamento. Ma Mani nude non è solo violenza: è anche una storia di redenzione possibile, di conti con il passato e di speranza nascosta negli angoli più bui.

Il cast: un ensemble affiatato

Oltre a Gassmann e Gheghi, il cast vanta presenze di grande impatto come Fotinì Peluso, Giordana Marengo e Renato Carpentieri. Tutti contribuiscono a rendere credibile e viva l’ambientazione del film, senza mai eccedere o strafare.

Perché vale la pena vederlo? Un film che ti prende a schiaffi ma poi ti abbraccia. Racconta una storia dura, ma lo fa con empatia. Alessandro Gassmann firma una delle sue interpretazioni più forti degli ultimi anni, mentre Francesco Gheghi si conferma come una delle giovani promesse più solide del cinema italiano. Un film che resta addosso, anche dopo i titoli di coda.

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