Questo film è tra i più visti oggi su RaiPlay: una donna che ha cambiato la storia

Uno dei film più visti su RaiPlay è un biopic di fiamme e piume, e racconta una donna che ha cambiato tutto.

Ci sono storie che non ti mollano. Ti si appiccicano addosso come il profumo intenso di un salotto parigino all’inizio del Novecento. Una di queste è la parabola scandalosa, affilata e profondamente umana raccontata in uno dei film attualmente più visti su RaiPlay, ambientato tra piume, scandali e manoscritti rubati: Colette. La protagonista non è solo una scrittrice. È una rivoluzionaria in abito lungo, una pioniera che ha fatto tremare le fondamenta dell’editoria maschile della Belle Époque. Cresciuta tra i campi della Borgogna, trascinata poi nella giostra dorata di Parigi dal marito, si ritrova a scrivere sotto pseudonimo le pagine che faranno impazzire i lettori francesi. Pagate da lui.

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Una scena da Colette, tra i film più visti oggi su RaiPlay

Firmate da lui. Ma nate dalla sua mente e dal suo cuore. E qui comincia il cortocircuito. Perché dietro quel successo, il prezzo è la negazione della sua voce. Il furto del suo nome. Eppure, proprio da quella ferita nasce la sua forza. A poco a poco, quella che sembrava una moglie docile si trasforma in una scrittrice irriverente, in un’icona queer ante litteram, in una donna che rifiuta le gabbie dell’identità imposta. Sullo sfondo di salotti decadenti e amori proibiti, la protagonista si innamora di una marchesa fuori dagli schemi, Missy, che cammina tra i generi come tra le stanze del Louvre: con sicurezza, grazia e fierezza. Un amore raccontato con eleganza, senza compiacimenti, ma che restituisce tutta la forza di un legame autentico in un’epoca che non aveva ancora le parole per definirlo.

RaiPlay, Colette è una visione necessaria: il suo messaggio è più urgente che mai

Colette su RaiPlay non è solo una storia d’amore o una favola di emancipazione. È un ritratto lucido del potere della scrittura, della trappola della fama, della necessità feroce di rivendicare sé stessi. E Keira Knightley, qui più che mai a suo agio in un ruolo cucito con ago finissimo, incarna una figura ribelle e intensa, mai caricaturale, sempre sul filo di una grazia tagliente. La regia di Wash Westmoreland, già dietro l’intenso Still Alice, costruisce una parabola che sembra quasi una danza: movimenti misurati, dettagli curati, uno sguardo femminile su una storia che parla a tutte le generazioni.

I costumi, le luci, le musiche composte da Thomas Adès: tutto concorre a creare una bolla sospesa nel tempo, in cui ogni scelta estetica rafforza il cuore tematico del film. E poi c’è quel finale. Doloroso e liberatorio. Dove la voce finalmente torna a casa, e con lei la dignità, il diritto d’autore, l’orgoglio. In un’epoca in cui ancora troppo spesso si mettono in discussione le conquiste delle donne, questo film, che oggi brilla nella Top 10 di RaiPlay, arriva come un promemoria elegante e feroce: il talento non ha bisogno di permessi. Solo di spazio per esistere.

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