Firenze, Venezia, Istanbul, un uomo ferito senza memoria, un complotto globale, nascosto nei versi di Dante Alighieri: è Inferno, il film che torna stasera in tv sul Nove, alle 21:30. Diretto da Ron Howard e tratto dal romanzo di Dan Brown, chiude la trilogia dedicata al professor Robert Langdon, interpretato ancora una volta da Tom Hanks.
Un cast internazionale lo accompagna: Felicity Jones nei panni della dottoressa Sienna Brooks, Ben Foster nel ruolo del miliardario Bertrand Zobrist, Omar Sy, Sidse Babett Knudsen e il compianto Irrfan Khan. Il film si apre in un ospedale. Langdon si risveglia confuso, con una ferita alla testa. Non sa chi lo abbia ridotto così, né perché si trovi a Firenze. Accanto a lui c'è Sienna, brillante dottoressa con un passato oscuro. Da quel momento inizia una fuga.
Langdon è braccato. Zobrist, un biochimico ossessionato dalla sovrappopolazione, ha creato un virus letale. Il piano è già in moto. L’unica speranza è decifrare una catena di indizi che attraversa secoli e continenti. La loro corsa passa per Palazzo Vecchio, la Basilica di San Marco, il Museo di Santa Sofia. Tra affreschi, simboli nascosti e citazioni dantesche, Langdon e Sienna tentano di anticipare l’apocalisse. Ma la verità è più ambigua di quanto sembri. Sienna ha legami profondi con Zobrist. E non tutti quelli che si dicono alleati sono dalla parte giusta.

Stasera in tv arte, paura, salvezza: quando un thriller globale parla a ciascuno di noi
Inferno non è solo un thriller. È un viaggio mentale. Una riflessione sul limite tra scienza e morale. E sul senso profondo della responsabilità individuale. Il film ha diviso la critica. Eppure il pubblico lo ha premiato con oltre 220 milioni di dollari di incasso mondiale, a fronte di un budget di 75. Le riprese, anche se ambientate in Italia e Turchia, si sono svolte in buona parte a Budapest. Il set ha ricreato fedelmente Firenze, Venezia e Istanbul, donando al film un’estetica colta e suggestiva. Molto apprezzata l’interpretazione di Irrfan Khan, nel ruolo del “Rettore”, capo del misterioso Consortium. Ironico, cinico e tagliente. Un personaggio memorabile. Il finale differisce dal romanzo. È più netto, cinematografico, meno ambiguo. Alcuni fan di Dan Brown non lo hanno apprezzato, ma ha reso la narrazione più compatta ed efficace.
Inferno è anche un simbolo. Rappresenta la fine di un’epoca cinematografica. Dopo Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni, chiude il ciclo Langdon sul grande schermo. Il successivo libro, Il simbolo perduto, è stato adattato per la televisione. Questo passaggio segna un cambio di paradigma. La saga si reinventa, ma non rinnega il suo cuore narrativo: il mistero, l’etica, il senso dell’umano. Stasera in tv Inferno merita di essere rivisto. Non solo per le location mozzafiato. Ma perché ci ricorda quanto il confine tra verità e delirio sia sottile. E quanto il futuro dipenda dalle scelte del presente. Alle 21:30 sul Nove, lasciati trascinare in un viaggio senza rete. Nessuna guida tv te lo dirà così: questo film ti parla. Dentro. A modo suo.