Netflix lo elimina tra pochi giorni: cult ignorato agli Oscar ma adorato dal pubblico, Nicolas Cage scatenato e finale grottesco

Il 26 maggio scompare da Netflix un film che in pochi hanno visto, ma che nessuno dimentica dopo la visione. Renfield non è il solito racconto di vampiri.

Non è Dracula il protagonista, ma il suo servo: Robert Montague Renfield, interpretato da Nicholas Hoult. Un uomo stanco, logorato da decenni di dipendenza e abusi. Nel ruolo di Dracula troviamo un Nicolas Cage fuori controllo, geniale e disturbante. La sua interpretazione è una miscela di Bela Lugosi, Gary Oldman e una vena personale completamente inedita. Awkwafina è Rebecca Quincy, poliziotta che non si arrende davanti al crimine. Al suo fianco, Ben Schwartz, Shohreh Aghdashloo, Brandon Scott Jones e Adrian Martinez.

Il film è ambientato a New Orleans e porta sullo schermo non solo mostri e sangue, ma anche codipendenza, emancipazione e voglia di riscatto. Renfield è stato candidato ai CDG Awards per i costumi. Nessun Oscar, ma l’affetto del pubblico ha trasformato questo film in un piccolo cult postumo. Prodotto da Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead, e diretto da Chris McKay, Renfield usa il genere come pretesto per raccontare una storia umana. Una storia che sorprende.

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Renfield, in scadenza su Netflix

Netflix: dipendenza, auto-aiuto e tanto sangue. Perché Renfield è molto più di una parodia

Renfield non è un semplice assistente. È un uomo rotto. Un personaggio che da oltre novant’anni sopravvive all’ombra del suo padrone. Il film inizia con un tono leggero, ma presto mostra il suo cuore. Renfield si rifugia in un gruppo di supporto per relazioni tossiche. Un’idea brillante e commovente. Qui nasce il suo desiderio di cambiare. Di smettere di uccidere. Di liberarsi da un legame che lo consuma. Di diventare finalmente libero. Nel frattempo, Dracula si ricostruisce. Cerca nuovi alleati. Punta a conquistare di nuovo il mondo. Renfield si allea con Rebecca. Loro due, così diversi, trovano uno scopo comune. Combattere la corruzione. Fermare il male. Sopravvivere.

Il film alterna scene splatter e momenti di tenerezza. Il sangue scorre, sì. Ma non è mai gratuito. Serve a raccontare una rinascita. Gli effetti speciali sono in gran parte artigianali, voluti dalla produzione. Niente digitale invadente. Solo trucco, protesi, e tanto talento dietro le quinte.

Renfield è pieno di citazioni al cinema classico. Ci sono sequenze girate in bianco e nero, omaggi diretti al Dracula del 1931 di Tod Browning. Il risultato è un film sbilenco, eccessivo, ma unico. Una creatura strana che molti non hanno capito. Ma chi l’ha amato, l’ha fatto visceralmente. Nonostante il flop al botteghino (solo 26 milioni contro un budget di 65), il tempo ha dato ragione a Renfield. In molti lo considerano oggi un cult irriverente. La performance di Nicolas Cage resta una delle più coraggiose degli ultimi anni. Il finale è grottesco, ma profondamente liberatorio. Non lascia indifferenti. E chi è arrivato fino a lì, spesso torna a rivederlo.

Renfield resta su Netflix solo fino al 26 maggio. Poi, come il vampiro all’alba, sparirà nel nulla. E sarebbe un peccato perderselo.

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