Da modella a simbolo di inclusione nella serie cult di Rai 2 Mare Fuori. La voce di Marika Gambardella, oggi, vibra d’emozione e libertà.
Mare Fuori ha lanciato tanti volti giovani, ma pochi hanno lasciato un segno come Marika Gambardella. Il suo personaggio, Luna, è entrato nel cuore degli spettatori. Autentica, forte, delicata. Una figura di riferimento per chi cerca una verità diversa dalla norma. E per chi ha imparato a lottare contro i pregiudizi.
Nata a Napoli nel 1992, Marika ha un passato da modella e una passione silenziosa per la recitazione. Con Mare Fuori ha trovato la sua dimensione. È approdata nella seconda stagione grazie a un provino sincero, senza maschere. “Luna era una parte di me”, dice. E lo spettatore lo ha percepito subito. Luna non è solo un personaggio. È una guida per Milos, un punto fermo in un universo instabile. Il loro legame ha segnato la trama. Ma ha toccato anche la vita vera di chi guarda.

“Sento di essere una possibilità”: l’intervista esclusiva a Luna di Mare Fuori
Abbiamo parlato con Marika in esclusiva. Non cerca l’effetto. Cerca la verità.
Dalla moda alla serie: quando hai capito che la recitazione era la tua strada?
«L'ho capito da quando ho sentito che raccontare altre vite e immedesimarsi in esse è una cosa meravigliosa, di un'altra dimensione».
Quanto di te c'è in Luna?
«Di me in Luna c'è tanto, soprattutto per il coraggio e per l'empatia. Ritengo sia stato un vero peccato concludere la sua storia, seppur con un bellissimo addio.».
Hai vissuto con intensità le scene più forti?
«Sentivo quelle scene sulla mia pelle, come se il dolore lo stessi sentendo io. E l'ho sentito davvero! Chi mi tocca Luna, tocca una parte di me».
Ti aspettavi di diventare un'icona LGBT?
«Non mi aspettavo assolutamente un impatto così forse, sento di essere una possibilità per le persone della comunità LGBT+, più che un esempio. Luna, in punta di piedi è entrata con dolcezza nelle case degli italiani e questo ha fatto buona parte della differenza che l'ha resa unica.».
Cosa diresti a chi affronta oggi una transizione?
«Cerco di spingere le persone ad essere loro stesse perché in questo non c'è assolutamente nulla di sbagliato, non è un reato e ognuno/a/* di noi ha il diritto ha trovare una serenità con la propria essenza e la propria identità e mostrarla al mondo senza nascondersi di fronte a nulla».
Un momento speciale sul set?
«Mi ha molto toccato la scena finale con Milos, è stata magistrale e un momento di grande emozione intensa».
Usi i social per messaggi positivi. Quanto conta?
«Sento di essere responsabile nei confronti delle nuove generazioni di mandare messaggi che ritengo positivi, di mostrare i momenti della mia vita che ritengo importanti affinché le persone che mi seguono possano percepire il messaggio di libertà di espressioni e perché no, anche momenti di ironia e autoironia».
Il futuro di Marika Gambardella
Che rapporto hai con Napoli?
«A Napoli sono molto legata, ha una sua unicità che non trovi in altre città che a loro volta sono uniche anche loro per motivi diversi. Napoli è vita, storia, è calore, è Arte, è famiglia».
Un sogno professionale?
«Mi piacerebbe molto un giorno, chissà se la vita me lo permetterà, interpretare una super eroina, sarebbe troppo divertente. Per i progetti attuali, ancora non posso dire nulla.»
La chiami Luna, lei sorride. Ma non dimentica chi è. Marika Gambardella, da Napoli, tra set e sogni, continua a raccontare libertà.