Stasera in tv, alle 21:25 su Italia 1, torna un film che ha lasciato il segno: Il principe cerca moglie (Coming to America). Una commedia romantica, una fiaba moderna, un cult che ci ha fatti ridere, riflettere e sognare.
Diretto da John Landis e interpretato da un trasformista Eddie Murphy, è molto più di un film degli anni ’80. È un racconto di formazione e di libertà. È la storia di un ragazzo che, prima ancora di essere un principe, è un uomo che vuole amare ed essere amato per ciò che è. Insieme a Murphy, nel cast brillano Arsenio Hall, James Earl Jones, Shari Headley, John Amos, Eriq La Salle, Madge Sinclair, Vanessa Bell Calloway e persino un giovanissimo Samuel L. Jackson in uno dei suoi primi ruoli. È anche il film che ha fatto scoprire Cuba Gooding Jr., presente in un cameo nel barbiere di quartiere.
Ambientato tra l’immaginario regno africano di Zamunda e le strade reali del Queens a New York, il film racconta il viaggio del principe Akeem, stanco di un matrimonio imposto. Con il suo fidato amico Semmi, lascia la sua terra per cercare un amore vero, libero dalle maschere del potere e della ricchezza. Non è solo una trama romantica. È un’esplorazione identitaria. Una sfida al destino scritto dagli altri. È la scelta di essere sé stessi, anche quando questo comporta rinunciare a tutto ciò che si ha. Lo spettatore riconosce in Akeem qualcosa di profondo. Il suo sogno è anche il nostro. Ecco perché Il principe cerca moglie non ha mai smesso di emozionare.

Stasera in tv: una lezione d’amore, identità e libertà in chiave cult
Nel 1989, il film ricevette due nomination agli Oscar – miglior trucco e costumi – ma la vera vittoria fu il pubblico. Oltre 288 milioni di dollari incassati nel mondo, diventando uno dei film più visti del 1988. La trasformazione di Eddie Murphy in più personaggi (dal barbiere ebreo al cantante di corte) fu un punto di svolta. Una scelta stilistica che poi ripeterà in Il professore matto e Norbit. Il trucco di Rick Baker fu così efficace che alcuni dirigenti di Paramount non riconobbero Murphy nel personaggio del vecchio barbiere Saul.
Il film è anche un esempio straordinario di rappresentazione positiva. In anni in cui le grandi produzioni hollywoodiane relegavano spesso gli attori afroamericani a ruoli marginali, Il principe cerca moglie porta in primo piano una famiglia reale africana, ricca, fiera e carismatica. Un gesto potente, ancora oggi attuale.
Trentatré anni dopo, nel 2021, è uscito il sequel Il principe cerca figlio, con il ritorno del cast originale. Ma l’incanto del primo film resta unico, intatto. Quello che ha funzionato allora era la verità emotiva. Quel bisogno universale di essere amati per quello che si è, e non per il ruolo che si rappresenta.
Guardare oggi Il principe cerca moglie è come tornare a casa. Non solo per la comicità raffinata e l’inconfondibile colonna sonora, ma per l’empatia che riesce a costruire. In un’epoca di maschere e identità sociali, Akeem ci ricorda che c’è valore nel mostrarsi vulnerabili, veri. E che anche un principe ha il diritto di scegliere il proprio destino. Stasera in tv, se non preferisci un film che mette al centro la musica, la pellicola con Murphy non è solo un tuffo nel passato. È un’occasione per riscoprire quanto possa essere potente una storia ben raccontata. Perché certi cult non invecchiano mai. E noi, ogni volta, ci sentiamo di nuovo parte di quella fiaba.