Maria Corleone 2 convince (quasi) tutti: quel deja-vu che non lascia respirare la serie
La seconda stagione di Maria Corleone è tornata su Canale 5 con un debutto ad alto tasso adrenalinico. Spari, fughe, intrighi e un dilemma morale che diventa il vero filo rosso della narrazione: vendetta o redenzione? Il pubblico ha accolto con entusiasmo il ritorno della fiction Mediaset, lodando su X (ex Twitter) le scene d’azione, le interpretazioni intense e una trama che, sin dai primi minuti, non lascia tregua.
Maria, ormai lontana dalla sfilata del suo brand Lady by Corleone, si ritrova travolta da un conflitto familiare senza esclusione di colpi. Tony Zerilli, nemico giurato, riesce a sfuggire alla giustizia, e il mondo che Maria stava cercando di costruire con il PM Luca Spada e il loro bambino si sgretola. A tutto questo si aggiunge Matteo Lombardo, nuovo antagonista pronto a mettere le mani sul porto di Palermo, terreno sacro per i Corleone. Ma dietro gli applausi, serpeggia una sensazione difficile da ignorare: quella di aver già visto tutto.
Maria Corleone 2 vs. Rosy Abate: quando il paragone diventa un limite
Il pubblico italiano ha una memoria molto lunga quando si parla di mafia fiction. E se c’è un nome che ancora oggi evoca emozione e rispetto, quello è Rosy Abate. Il personaggio interpretato da Giulia Michelini non ha solo segnato un’epoca televisiva, ma ha dettato uno standard narrativo difficile da superare. Maria Corleone, per quanto ben scritta e splendidamente interpretata da Rosa Diletta Rossi, che ha parlato di tale comparazione ai nostri microfoni, vive sotto un’ombra ingombrante. Le somiglianze tra le due protagoniste sono tante e non trascurabili: entrambe nate in famiglie criminali, entrambe combattute tra istinto e coscienza, entrambe madri pronte a tutto pur di proteggere il figlio.

Il problema non è tanto nel parallelismo quanto nell'effetto déjà-vu che questo provoca. I meccanismi narrativi, i colpi di scena e persino le alleanze tra i personaggi ricordano da vicino Squadra Antimafia e la stessa Rosy Abate – La Serie. Lo spettatore più attento finisce per prevedere le svolte, già abbondantemente viste dieci anni fa. E questo, in un panorama televisivo affamato di novità, rappresenta un freno alla piena affermazione di Maria Corleone 2. La serie sembra voler innovare, ma resta legata a un’impronta troppo riconoscibile. Anche i momenti più intensi vengono letti attraverso il filtro del "ma Rosy avrebbe fatto lo stesso?", trasformando Maria in una versione raffinata, ma non completamente autonoma, dell’eroina che l’ha preceduta.
Il potenziale c’è, ma serve più coraggio
Eppure, non tutto è già scritto. L’aspetto più interessante della nuova stagione sta proprio nei temi trasversali: maternità, emancipazione, potere femminile e giustizia personale. Rosa Diletta Rossi riesce a dare a Maria sfumature inedite, meno istintive e più strategiche, conferendo al personaggio un’identità potenzialmente nuova.
Il conflitto interiore non è solo mafia o amore: è sopravvivenza emotiva in un mondo che non perdona debolezze. Gli autori, consapevoli del paragone, sembrano cercare un nuovo codice narrativo, ma per liberarsi davvero dal passato servono scelte più radicali. Serve spezzare il legame con l’immaginario di Rosy Abate, senza rinnegare la qualità di una tradizione che ha fatto scuola.