Mangiano al bistrot di Antonino Cannavacciuolo a Torino, poi il conto: "Ecco com'è il rapporto qualità-prezzo"

Quando si parla di Antonino Cannavacciuolo, le aspettative volano subito altissime. Stellato Michelin, volto amato della TV e ambasciatore della cucina italiana, il suo nome è ormai una garanzia di eccellenza. Una coppia di content creator, gli Spoon, ha deciso di provare il suo bistrot a Torino, una delle tappe più amate dai food lovers. Ecco la loro esperienza completa: dal benvenuto dello chef fino al dolce, passando per il temuto momento del conto finale.

Dal benvenuto al primo morso: emozioni e sapori al bistrot di Antonino Cannavacciuolo

Il loro pranzo è iniziato con un benvenuto dello chef di altissimo livello. In tavola sono arrivati piccoli assaggi (amouse bouche): tartellette, montanara fritta, pannocchia sottaceto con guacamole, salsa chamo e popcorn al pepe rosa. Un tripudio di sapori e consistenze.

Subito dopo, è arrivato il tonno vitellato. Sashimi di tonno freschissimo, una delicata maionese di bottarga e una linea di capperi ad armonizzare il piatto. In bocca, un equilibrio perfetto: la maionese non invadente, il tonno protagonista ma non prevaricante. C'è equilibrio assoluto.

Antonino Cannavacciuolo
Tonno vitellato di Antonino Cannavacciuolo. Fonte: YouTube Spoon

Tra i primi, il piatto che ha fatto innamorare i content creator: risotto Carnaroli mantecato con bottarga di tonno, olio EVO, crema dolce all'aglio e crema di limone. Un autentico viaggio tra terra e mare: sapidità, freschezza, dolcezza e un tocco erbaceo finale di prezzemolo.

La portata successiva, purtroppo, non sembrerebbe essere stata all'altezza. Parliamo della manzetta servita con crema di senape e salsa bordolese. La carne parrebbe essere risultata troppo grassa, con parti "non gradevoli da trovare in un ristorante stellato". Peccato, a detta dei creator, perché i condimenti erano eccellenti.

Si passa al predessert: gelato all'alloro su fondo di tè matcha e pesche. Fresco, profumato e perfetto per pulire il palato.

Gran finale con una rivisitazione del tiramisù: base di savoiardo, crema di mozzarella di bufala e sfera liquida di caffè. Un dolce che divide: molto interessante la sfera di cafè, meno convincente la mozzarella, che sarebbe risultata un po' stopposa, a detta degli Spoon.

Giudizio finale e conto: vale la pena andare al bistrot di Cannavacciuolo?

Il pranzo descritto dai content creator è stato assolutamente positivo, anche se non perfetto. Alcuni piatti, come il risotto e il tonno vitellato, rimarranno nei loro ricordi per molto tempo. Altri, come la manzetta, potrebbero essere stati invece una piccola delusione.

Il rapporto qualità-prezzo? I due hanno scelto il menu classico da 120 euro a testa. Aggiungendo due acque da 4 euro l'una, il totale è stato di 248 euro. Considerando il livello del servizio, l'ambiente raffinato e la firma di Cannavacciuolo, si può dire che il prezzo è giustificato. Forse non avranno trovato il "piatto della vita", ma hanno vissuto un'esperienza gastronomica di altissimo livello.

Il loro consiglio? Se siete curiosi di assaporare la cucina di Antonino Cannavacciuolo in una veste più"easy" rispetto ai suoi ristoranti stellati, il bistrot di Torino merita assolutamente una visita. Magari potreste scegliere di tornare per provare il menu stagionale, alla ricerca di quel piatto indimenticabile che, stavolta, è solo sfuggito agli Spoon. Un'esperienza autentica, sincera e tutta da raccontare.

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