Don Matteo vs Suor Angela: chi ci somiglia di più tra i due titani della fiction Rai (e perché ci piacciono così tanto).
Due protagonisti amatissimi, due serie cult di Rai 1, un’Italia che li segue da anni come se fossero di famiglia. Don Matteo e Suor Angela sono molto più di un prete e una suora sul piccolo schermo: sono punti di riferimento morali, spirituali e affettivi, capaci di entrare nelle case e restarci. Ma in cosa si somigliano davvero? E soprattutto: chi ci somiglia di più a noi spettatori? La prima somiglianza è evidente: entrambi guidano una comunità, ascoltano, consolano, intervengono dove la giustizia e la comprensione sembrano in crisi. Suor Angela opera nel convitto femminile prima di Modena e poi ad Assisi, mentre Don Matteo agisce come parroco tra Gubbio e Spoleto.
Entrambi si trovano spesso coinvolti in casi umani, piccoli misteri o drammi sociali, con un tocco di intuito quasi infallibile. Eppure, le differenze sono forti e affascinanti. Suor Angela, interpretata da Elena Sofia Ricci, ha un passato burrascoso: ex carcerata, diventa suora per una profonda ricerca di redenzione. Don Matteo, incarnato da Terence Hill (e poi da Raoul Bova), è invece il simbolo del sacerdote perfetto: esempio di equilibrio, bontà e saggezza senza macchia. Suor Angela non ha paura di sporcarsi le mani: mente, ruba documenti, si intrufola in case altrui, ma sempre con un fine buono. È “impicciona” ma adorabile, umana e contraddittoria, sempre pronta a mettersi in discussione. Don Matteo, invece, rispetta le regole, osserva, consiglia con frasi tratte dai Vangeli o dai santi, senza mai scivolare nella polemica.
Due icone della fiction Rai con la tonaca, ma con stili diversi
Questa dicotomia è ciò che rende entrambi irresistibili: uno è un ideale, l’altra è un possibile. Don Matteo ci consola, Suor Angela ci rappresenta. La forza di queste due serie è quella di offrire una spiritualità “pop”, che accoglie tutti. Non serve essere praticanti per affezionarsi a personaggi che parlano di empatia, perdono, ascolto. La loro capacità di farci riflettere senza mai giudicare li rende universali.

E il pubblico lo sente: c’è chi cerca in Don Matteo una bussola sicura, e chi in Suor Angela trova una sorella maggiore, una confidente con il cuore rotto ma pronto a battere per gli altri. In un’epoca di cinismo e serie dark, i volti sorridenti di Don Matteo e Suor Angela rappresentano una televisione che cura, che rasserena cuore e anima. Non solo intrattengono: ci ricordano che la bontà esiste, anche con qualche fragilità. Forse non serve scegliere chi sia “migliore”. Basta sapere che in prima serata, da qualche parte, c’è ancora chi crede nella gentilezza, nell’ascolto e nella possibilità di cambiare. Anche per chi ha sbagliato.