Nel panorama musicale italiano, pochi artisti hanno vissuto un’evoluzione tanto intensa quanto Davide Flauto dopo Amici.
Lo abbiamo conosciuto nel 2009, giovanissimo e con uno stile emo che fece subito parlare di sé all’interno della scuola di Amici di Maria De Filippi. All’epoca aveva appena 21 anni e, complice una sensibilità fuori dal comune, si trovò presto a dover abbandonare il programma per motivi di salute e stress. Una scelta coraggiosa, dettata dall’urgenza di ritrovare un equilibrio prima ancora del successo. Ma Davide non ha mai smesso di fare musica. Negli anni ha costruito, passo dopo passo, una carriera fuori dai riflettori, alimentata da autenticità e ricerca interiore.
I suoi singoli – da Dentro di te a Tornado – raccontano un percorso di rinascita, con testi che scavano nel profondo. Il suo album Borderline Disordine Apparente, pubblicato nel 2018, è un manifesto emotivo che affronta senza filtri il tema della salute mentale. Oggi incontriamo un artista maturo, lontano dalle etichette di un tempo e con uno sguardo nuovo sul mondo. In questa intervista esclusiva, Davide Flauto si racconta senza maschere, tra musica, verità e rinascita.
Durante la tua partecipazione ad Amici, hai lasciato il programma per motivi personali. Guardando indietro (e le attuali edizioni), pensi che il format fosse troppo pressante per i concorrenti? Come valuti oggi l’esperienza?
L’esperienza di Amici è stata intensa e formativa. Ogni talent show ha un ritmo serrato e una pressione che può pesare su chiunque, soprattutto su ragazzi giovani che magari non hanno ancora trovato pienamente la loro stabilità psico-emotiva. Guardando indietro, so che in quel momento avevo delle fragilità personali che mi hanno portato a prendere una decisione difficile, ma necessaria per il mio benessere. Oggi vedo Amici come una grande opportunità: ti offre una visibilità incredibile, ma sta a ciascuno poi trovare il proprio modo di affrontare il post-talent. Una cosa importante da tenere in considerazione è che, prima di entrare in un talent, sarebbe opportuno costruire un proprio progetto, fare esperienza, essere strutturati; diversamente si rischia di non essere sufficientemente pronti per affrontare un percorso personale e professionale impegnativo.
Il tuo stile è stato spesso oggetto di critiche. Hanno influito sulla tua decisione di abbandonare il programma?
Le critiche fanno parte del gioco, soprattutto quando si ha un’estetica e un’identità musicale definite. All’epoca ero molto giovane e forse non ero ancora pronto a gestirle nel modo giusto, ma oggi le vedo come un segno di distinzione: se la gente parla di te, significa che stai lasciando un segno. Non sei anonimo, insomma. Non sono state le critiche a farmi allontanare, ma un insieme di fattori personali. Il mio percorso artistico è stato influenzato più dalla mia crescita personale che dal giudizio degli altri.
Hai risentito Maria De Filippi una volta uscito dal programma? Hai mai pensato di tornare a collaborare con lei in qualche modo?
Maria è una professionista incredibile e ha sempre dimostrato grande sensibilità verso i ragazzi del programma. Dopo Amici non ho avuto modo di risentirla direttamente, ma ho sempre nutrito grande stima per il suo lavoro. Tornare a collaborare con lei? Mai dire mai, la vita è imprevedibile!
Davide Flauto: l'esperienza ad Amici e la musica per rinascere
Poche settimane fa è tornato virale il video di una tua accesa discussione con la maestra Alessandra Celentano: tornando indietro, reagiresti allo stesso modo?
Il video l’ho condiviso anche io, non ci ho visto nulla da nascondere. Era un pezzo della mia storia che ho riguardato con affetto e tenerezza, un me stesso ancora giovane e immaturo. Alcuni utenti hanno dimenticato che ero un ragazzo di appena 21 anni. In un contesto di forte pressione, le reazioni possono essere istintive. Oggi non immaginerei mai di pronunciare certe frasi. Ma quell’episodio fa parte del mio passato e lo accetto con serenità. Il problema vero, semmai, è nelle dinamiche social: molti offendono senza contestualizzare. Una frase oggi può essere considerata misogina, ma al tempo non aveva la stessa valenza. Il mio intento non era sminuire le donne — chi mi conosce lo sa. Sono anche papà di una bambina meravigliosa. Occorrerebbe usare i social in modo più etico e umano.
Dopo Amici, hai pubblicato diversi singoli e un album. Quanto della tua esperienza personale e delle tue difficoltà emotive si riflette nella tua musica?
Tantissimo. La musica è sempre stata il mio modo di esprimermi. Ogni brano che ho scritto porta con sé un pezzo della mia storia. Ho sempre cercato di trasformare anche le emozioni più difficili in qualcosa di creativo. Credo che l’autenticità sia ciò che rende la musica davvero universale.

Hai dichiarato di aver sofferto di attacchi di panico e altre difficoltà. La musica è stata una terapia per te? Come trasformi le tue emozioni in testi e melodie?
Assolutamente sì. La musica è stata una valvola di sfogo, un modo per elaborare ciò che vivo. Scrivere testi è come mettere ordine nel caos interiore. Ogni emozione ha una vibrazione che si trasforma in armonia nella mia testa. Le parole vengono da sole. Ogni strumento suggerisce cosa dire: è il processo più magico della creazione.
Collaborazioni, ex concorrenti e una bimba meravigliosa
Nel panorama musicale italiano, quali artisti ammiri e con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
Ammiro chi porta autenticità nella musica. Artisti come Achille Lauro, Lucio Corsi, Blanco, Tananai. Di Amici mi piacciono molto Annalisa, Emma, Elodie, Alessandra, The Kolors. Collaborare con qualcuno? Sono aperto a tutto, basta ci sia sintonia artistica.
Guardando ai tuoi ex compagni di Amici, come Emma Marrone, Pierdavide Carone, Elena D’Amario, Stefano De Martino… cosa pensi abbia fatto la differenza nel loro successo rispetto al tuo percorso? Sei rimasto in contatto con qualcuno?
Sono rimasto in contatto con Pierdavide, con cui ho un bellissimo rapporto, e anche con Loredana. Ognuno ha il proprio percorso. Il successo dipende da tanti fattori: talento, occasioni, capacità di resistere e reinventarsi. Alcuni hanno trovato la propria strada nel tempo, altri hanno preso direzioni diverse. Ho sempre augurato il meglio a tutti.
Pensi ci sia spazio per te in altri ambiti artistici oltre alla musica?
Sì, mi piace sperimentare. La creatività non ha confini. In passato ho anche recitato in film e condotto programmi radio. Mi piacerebbe continuare su quella strada, o esplorare nuovi progetti creativi. Sono sempre pronto a mettermi in gioco.
Il nome della tua bambina, Elodie, è un omaggio a chi pensiamo, oppure, si tratta di una casualità?
Elodie è sicuramente una cantante e una donna meravigliosa, ma non ho scelto quel nome per omaggiarla. Però posso dirti che l’ho scoperto grazie a lei, e mi ha colpito subito per la dolcezza del suono. Mi ha ricordato anche il nome di sua madre, Shady. È stato un incontro felice, ma assolutamente spontaneo.