La Rai non rinuncia a Sanremo: lo stratagemma per salvare il Festival della Canzone Italiana.
Il Festival di Sanremo rappresenta da oltre 70 anni uno degli appuntamenti più attesi nel panorama culturale e musicale italiano. Ogni febbraio, milioni di telespettatori si sintonizzano per seguire la kermesse che non solo celebra la canzone italiana, ma spesso detta le tendenze musicali dell’anno. Non si tratta solo di un evento televisivo, ma di un fenomeno sociale capace di catalizzare l’attenzione del pubblico, dei media e dell’industria discografica, diventando un trampolino di lancio per artisti emergenti e una conferma per i big della musica. Sanremo è molto più di un festival: è un simbolo del Made in Italy e un momento di aggregazione nazionale, capace di unire generazioni diverse davanti allo schermo.
Non stupisce, dunque, che la Rai, storica custode di questo format, sia pronta a tutto pur di mantenere la gestione di uno degli eventi più prestigiosi e redditizi del suo palinsesto. La recente sentenza del TAR della Liguria ha aperto un inedito scenario sul futuro del Festival. A partire dal 2026, infatti, sarà necessario indire un bando pubblico per stabilire quale emittente televisiva avrà il diritto di organizzare la manifestazione. Questa decisione potrebbe mettere a rischio il legame storico tra la Rai e il Festival, aprendo le porte a competitor come Mediaset e Discovery, interessati a un evento di tale portata.
Sanremo: la Rai cambia tutto per mantenere il Festival
Per evitare di perdere il controllo sul Festival, la Rai starebbe già lavorando a una soluzione creativa e strategica: cambiare il nome ufficiale del format, eliminando il riferimento diretto a "Sanremo" e mantenendo solo Festival della Canzone Italiana. Una mossa che, secondo indiscrezioni, permetterebbe all'emittente pubblica di organizzare la manifestazione in una città diversa dalla storica località ligure, ampliando così le possibilità logistiche e narrative. Tra le città candidate a ospitare il rinnovato Festival, Napoli e Torino sembrano essere in pole position. La prima, con la sua ricca tradizione musicale e il fascino mediterraneo, potrebbe offrire un palcoscenico perfetto per celebrare la canzone italiana in una veste più inclusiva e rappresentativa del Sud.

La seconda invece, forte del suo prestigio come polo culturale e artistico, garantirebbe un contesto moderno e cosmopolita, ideale per attrarre un pubblico più giovane. La decisione finale spetta alla Rai, che dovrà ponderare attentamente l’evoluzione di un evento così iconico e se così fosse, tutto cambierebbe per sempre in maniera a dir poco sconcertante. Tuttavia, la volontà di preservare il Festival e di innovare senza tradire le aspettative del pubblico dimostra quanto la kermesse sia ancora oggi un pilastro insostituibile del panorama televisivo italiano. Con questa strategia, la Rai spera di consolidare il suo legame con il Festival, confermandosi come l’unica emittente capace di onorare e rinnovare una tradizione che appartiene al cuore degli italiani: ce la farà?